Classe 1991, vive tra Brescia e la Franciacorta. Ha studiato letteratura inglese e tedesca, laureandosi con una tesi sui rapporti fra la cultura tedesca e il nazionalsocialismo. Legge e scrive per vivere. È autrice della raccolta di racconti “La memoria della cenere” (Morellini, 2016) e dei romanzi “Figli della Lupa” (Edikit, 2018), “Vento porpora” (Edikit, 2020), "La fedeltà dell'edera" (Edikit, 2022) e "Come musica azzurra" (Edikit, 2024). Anima rock alla perenne ricerca di storie della resistenza bresciana, si trova maggiormente a suo agio tra le parole dei libri e sui sentieri di montagna.
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Come musica azzurra - Francesca Scotti
--- Recensione di Katiuscia Rigogliosi per Brescia si legge ---
«Erano soltanto parole, le parole? […] Le parole sono sempre pietre o pugni, graffi o carezze, mani protese o cappi al collo, erba su cui camminare tranquillamente oppure bombe appena innescate. Lo sono sempre state e sempre continueranno ad esserlo.» (Francesca Scotti, “Come musica azzurra”, p. 37)
Siamo giunti, purtroppo, alla fine: “Come musica azzurra” (Edikit, 2024), quarta opera dell’autrice bresciana classe 1991 Francesca Scotti, è infatti il capitolo finale della saga, composta da quattro libri collegati tra loro ma autoconclusivi (cioè leggibili singolarmente), che racconta attraverso quasi un secolo di storia le vicissitudini di una famiglia bresciana verosimile, quella dei Fontana.
Iniziata con “Figli della lupa”, l’imponente romanzo storico d’esordio che copre un arco di tempo che va dall’avvento del fascismo al secondo dopoguerra, e proseguita con “Vento porpora” (una sorta di prequel che racconta l’inizio della saga familiare, dalla fine dell’Ottocento al 1931) e “La fedeltà dell’edera” (che unisce la Brescia degli anni Cinquanta al dramma delle foibe e dell’esodo istriano), la saga della Famiglia Fontana giunge a compimento affrontando con la consueta maestria il periodo storico caratterizzato dalla Strage di Piazza della Loggia.
Come nei capitoli precedenti, anche in questo suo ultimo lavoro Francesca Scotti riesce infatti non solo ad essere precisa nel raccontare fatti e particolari di avvenimenti, ma riesce anche a farli rivivere attraverso gli occhi dei testimoni. Trasmettendo l’angoscia e la paura, ma anche la rabbia e la sete di giustizia, l’autrice rende attualissimi eventi, movimenti e visioni del mondo passate, riuscendo in poco più di 200 pagine a narrare un ventennio di storia senza annoiare il lettore e tenendo alta l’attenzione anche in momenti in cui la mente direbbe so già cosa è accaduto. Il tutto accompagnato in maniera magistrale dalla migliore musica rock di quegli anni: ogni capitolo comincia infatti con una piccola citazione di una canzone tratta dall’album “Strange days” dei The Doors – gruppo amato da una delle protagoniste del romanzo.
Continua qui: https://www.bresciasilegge.it/come-musica-azzurra-francesca-scotti/
Un solco profondo - Marco Bencivenga
Le brune alpine sono vacche resistenti, le più adatte ai pascoli in altura. Il loro latte, ricchissimo di grassi, è perfetto per la produzione di formaggi, merce redditizia e garanzia di sostentamento per generazioni di malgari. Accade anche a Vigolo, piccolo borgo di montagna sulla sponda bergamasca del lago d’Iseo, dove a metà del Settecento vivono Giovanni Maria Bettoni e Maria Bettoni (stesso cognome e nessun legame di parentela, come accadeva di frequente nella provincia dell’epoca). Dal loro matrimonio, celebrato nel 1775 nella chiesa parrocchiale, nasce Benigno. Da ragazzo viene soprannominato Begni ostér perché, invece che lavorare in malga, decide di aprire un’osteria. Un’eccezione alla regola che vuole i Bettoni agricoltori e allevatori. Se le radici sono nelle Prealpi bergamasche, il futuro però è in pianura. È Giovan Battista Bettoni, negli anni Venti del Novecento, a percorrere le rotte della transumanza fino a Castrezzato, nel Bresciano. Al seguito ha la piccola mandria, ovviamente di brune alpine, e quel desiderio di riscatto che è nel DNA di famiglia. Con il trasferimento nella Bassa inizia una storia umana e imprenditoriale che abbraccerà tre province. Una storia che, nell’arco di tre secoli, accompagna i mutamenti del mondo agricolo e lo sviluppo, a tratti impetuoso e pieno di contraddizioni, di un intero Paese.
Generazione dopo generazione, la famiglia Bettoni ha tenuto fede allo spirito degli avi vigolesi, sperimentando il cambiamento e mediandone le contraddizioni. Il risultato è una storia corale che tiene insieme personalità forti e differenti, accomunate da caparbietà, pazienza e capacità di visione. Dipanarne gli intrecci e riannodarne i fili è una sfida complessa. La raccoglie il volume “Un solco profondo. Nei frutti la storia della famiglia Bettoni” (Compagnia della Stampa), scritto da Marco Bencivenga, scrittore e giornalista, già direttore de “La Provincia di Cremona” e caporedattore di “Bresciaoggi”.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/un-solco-profondo-famiglia-bettoni/
La montagna nel lago - Jacopo De Michelis
Montisola, «l’imponente massa verde cupo» che occupa il centro del lago d’Iseo, è un luogo dove «proverbialmente non succede mai nulla». Ma sul finire dell’estate del 1992, l’efferato omicidio dell’uomo più ricco del paese dà avvio a una serie di indagini che porteranno alla luce fatti terribili avvenuti sull’isola durante gli anni della Repubblica di Salò.
Dopo “La stazione” (Giunti, 2022), Jacopo de Michelis, editor presso Marsilio Editori e docente di narratologia alla NABA di Milano, torna in libreria con “La montagna nel lago” (Giunti, 2024). Una storia di amicizia, di legami familiari, di frustrazioni legate alla vita di provincia e soprattutto un thriller ipnotico in cui misteriose vicende che potrebbero essere vere si intrecciano alla realtà storica dell’isola lacustre più grande d’Europa.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/la-montagna-nel-lago-jacopo-de-michelis/
La torre di San Martino - Delfino Tinelli
Un libricino breve e scorrevole, pensato per i ragazzi dai 6 anni, che racconta le vicende della Seconda Guerra di Indipendenza (1859) soffermandosi in particolare sulla sanguinosa battaglia combattuta sul confine tra Brescia e Mantova che segnò un’epoca portando, tra l’altro, alla nascita della Croce Rossa Internazionale.
“La Torre di San Martino – Battaglia di San Martino e Solferino”, edito da Mannarino nel 2023, è il nuovo capitolo della serie di libri per ragazzi “Il nonno racconta”. opera del prolifico dirigente scolastico e educatore classe 1931 Delfino Tinelli. Un libro per ragazzi, in cui il nonno protagonista risponde alle domande dei nipoti illustrando con precisione e rigore fatti storici che trasformarono Brescia stessa in un enorme ospedale da campo, ma anche una testimonianza storica che prova a creare un ponte tra i ragazzi di oggi e quelli di una classe elementare di Alfiaello che nel 1959, anno del centenario dai tragici fatti, realizzò su input di un giovane maestro Tinelli un album illustrato per commemorare l’evento.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/solferino-delfino-tinelli/
Il Rinascimento a Brescia - a cura di Roberta D'Adda, Filippo Piazza, Enrico Valseriati
Lo splendido volume “Il Rinascimento a Brescia. Moretto, Romanino, Savoldo. 1512-1552” (a cura di Roberta D’Adda, Filippo Piazza ed Enrico Valseriati, edito da Skira) è stato pubblicato in occasione dell’omonima mostra allestita fino al 16 febbraio 2025 presso il Museo di Santa Giulia di Brescia.
Corredato da ampia bibliografia, il tomo è suddiviso in due parti: nella prima vengono presentate le circa quaranta opere esposte in mostra, mentre la seconda comprende undici saggi che sviluppano ed analizzano le diverse tematiche che si ricollegano al periodo in esame.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/il-rinascimento-a-brescia-dadda-piazza-valseriati/
Elvis o Barabba - Alan Poloni
Incuriositi dal titolo stravagante “Elvis o Barabba”, ci siamo immersi con un certo fervore nella lettura dei racconti pubblicati da Alan Poloni, “narratore di periferia e libraio di provincia” (più precisamente deus ex machina della libreria Muratori di Capriolo) rimanendo piacevolmente sorpresi dai testi che compongono la sua raccolta.
Alan Poloni, alla maniera dei virtuosi della scrittura post-moderna e della letteratura pop, è abile nel mescolare tra loro vari registri e nel costruire vicende e personaggi che sono parte della storia e della cultura occidentale e che vengono tuttavia riproposti in chiave surreale, se non paradossale.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/elvis-o-barabba-alan-poloni/
Sembra che presto annegherò - Filippo Ronca
«Sei così bella, sei così una vallata piena di vento, che io mi sento, te l’ho detto, non sono bravo a dare un nome alle sensazioni, lo sappiamo già, ma adesso, sì, mi pare di sì, rispetto al tuo essere una maestà, una maestà di sale su una zattera a largo di Marsala, io mi sento un coglione e mi si intrecciano le dita delle mani nel dirlo. Nel dire queste parole, che si mischiano con le tue parole. E io le sento tutte, le tue parole. Perché tu, atterrando dolcemente sul letto come una mongolfiera in questa Cappadocia di lenzuola, seduta, mi dici: “La nostra storia è finita, Manfredi”.» (Filippo Ronca, Sembra che presto annegherò, p. 22)
Manfredi ama l’Antonia. L’Antonia ama Manfredi. Un giorno l’Antonia lascia Manfredi. Una semplice storia di amore e di dolore.
Ma il romanzo “Sembra che presto annegherò” (Mondadori, 2024) del bresciano Filippo Ronca (classe 1987) è in realtà molto, ma molto di più di una semplice storia. Innanzitutto, non è un romanzo, almeno non nel senso in cui usualmente si intende un romanzo. Secondariamente, non è una storia d’amore. È anche una storia d’amore, così come è anche una storia sull’amore, in cui si parla anche d’amore, ma senza mai nominarlo.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/sembra-che-presto-anneghero-filippo-ronca/
Tito Speri - Enrico Valseriati
Il volume “Tito Speri – Storia e oggetti di un cospiratore del Risorgimento” di Enrico Valseriati (edito da Skira per Fondazione Brescia Musei) offre un’insolita prospettiva in cui inquadrare una tra le figure più celebri del Risorgimento italiano. L’intento dell’autore, che ha curato per “Fondazione Brescia Musei” il riallestimento del Museo del Risorgimento di Brescia, è quello di ripercorrere la memoria dell’eroe bresciano nello spazio pubblico, utilizzando anche gli oggetti che gli sono appartenuti e l’iconografia dedicatagli dalla seconda metà dell’Ottocento ai giorni nostri.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/tito-speri-enrico-valseriati/
Daniel Ghost e la guerra dei varchi - Nicola Lucchi
Giunge al terzo e ultimo capitolo la saga creata dalla penna dello scrittore e sceneggiatura camuno Nicola Lucchi, iniziata con “Daniel Ghost e le anime erranti” e proseguita con “Daniel Ghost e il segreto delle miniere”.
Con questa terza storia dal titolo “Daniel Ghost e la guerra dei varchi” (Gribaudo, 2024), l’autore conferma la sua capacità di narrare storie ai ragazzi e alle ragazze e di saper valorizzare la terra ricca di fascino e di mistero quale è la Valle Camonica, portando a termine l’avvincente saga fantasy senza deludere le aspettative, in un’escalation che conduce il lettore ai confini della realtà.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/daniel-ghost-e-la-guerra-dei-varchi-nicola-lucchi/
Eredi Piedivico e famiglia - Andrea Vitali
Abituati ai paesaggi della sponda lecchese del Lago di Como, che da sempre fanno da sfondo ai romanzi di Andrea Vitali, appare singolare la scelta di una nuova coordinata geografica, la pianura, che, come lo stesso autore afferma: “è sorella del lago. Per questo ne ho subito il fascino ancor prima di conoscerla, quando leggevo i racconti di Guareschi”.
L’ultimo romanzo nato dalla prolifica fantasia dell’ex medico, da tempo scrittore a tempo pieno e collezionista di prestigiosi riconoscimenti letterari, è infatti ambientato a Manerbio e dintorni, nel cuore della bassa bresciana (con qualche incursione cittadina in quel di Cremona). Un paese che, per sua stessa ammissione, Vitali non conosce, ma che l’ha conquistato grazie alla musicalità e al fascino che il nome è stato capace di evocare.
“Eredi Piedivico e famiglia” (Einaudi, 2024) si apre con Oreste (classe 1901), veterinario, per chiudersi, poco meno di duecento pagine e cinquant’anni dopo, con Felice, avvocato.
In mezzo, la saga di una famiglia divisa fra il richiamo della campagna e più nobili vette professionali e sociali, la cui particolarità – rispetto ad altre tipologie di storie simili – è quella di non indulgere in episodi e situazioni eccessive, di non presentare personaggi spinti da passioni incontrollabili o impulsi distruttivi.
Il tono lieve e pacato è insomma quello che rappresenta la cifra stilistica di Vitali, da sempre affascinato dalle storie comuni, dai piccoli microcosmi familiari del passato in cui le dinamiche amorose – perché alla fine è di questo che si parla – avevano tempi e modi ben precisi e riconoscibili. E in cui le ordinarie vicende di sfortune, dolore, insofferenze esistenziali erano controbilanciate dall’attaccamento alla terra e al lavoro, dal richiamo al dovere e al senso dell’onore e della dignità.
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Una dispensa di errori - Roberto Bonzi
Giovanni ha quasi ottant’anni, Mykita quasi nove. Giovanni vive da solo in una casa dimenticata, dimenticato da tutti lui stesso. Mykita è ucraino, vive con la madre che fa la badante, a scuola non ha amici.
Le loro solitudini si incontrano nel mezzo di un giardino di rovi.
“Una dispensa di errori” (Liberedizioni, 2024) è l’ultimo romanzo del bresciano Roberto Bonzi ed è una storia che in buona parte rispecchia l’indole del suo autore nel modo in cui garbo e senso della misura dominano una vicenda che parla di amicizia e di numeri, anzi di conti che, puntualmente, nella vita, non tornano mai.
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Nel modo in cui cadono le foglie - Simonetta Calosi
Tra le viuzze e piazzette di Brescia storica proseguono le indagini del commissario Pietro Orlandi, affiancato dall’audace restauratrice Siria Pacini con una storia dove il giallo, non solo quello dei colori autunnali, porterà i due ad occuparsi di tre morti misteriose e dove l’intrecciarsi degli eventi metterà a dura prova anche il sentimento che lega i due protagonisti.
È “Nel modo in cui cadono le foglie”, l’ultimo romanzo di Simonetta Calosi pubblicato come i precedenti da A. Car Edizioni: una vicenda intrigante, ambientata nell’ottobre del 2015, che coinvolge il lettore dall’inizio alla fine.
l misteri che avvolgono il suicidio di uno studente di conservatorio, quello di una giovane donna dal passato difficile in cerca solo d’amore, la morte improvvisa di un famoso direttore d’orchestra: sono questi i delitti che, intrecciandosi con le vite dei protagonisti (ma anche con le inquietudini dei rispettivi figli adolescenti), riempiono le quasi 500 pagine del romanzo. Una lettura scorrevole, un giallo accompagnato dai colori e dai profumi che solo l’autunno è capace di regalare ambientato in una Brescia storica dove l’autrice, forte anche della sua professione di restauratrice di opera d’arte, mette in luce alcuni tesori della nostra città raccontando come la bellezza – come lei stessa cita a pagina 65 – sia qualcosa che “salva e che eleva”.
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Dal municipio alla patria italiana - Carlo Bazzani
Il corposo saggio “Dal municipio alla patria italiana. Lotte e culture politiche a Brescia (1792-1802)” – edito da Franco Angeli – è frutto di una profonda rielaborazione, durata alcuni anni, della tesi di dottorato dell’autore, Carlo Bazzani.
Il periodo analizzato decorre dal 1792 – anno in cui con la presa del palazzo delle Tuileries da parte dei sanculotti e giacobini si assiste alla caduta della monarchia ed all’avvio della fase repubblicana della rivoluzione francese – al 1802, data in cui si proclama ufficialmente la Repubblica italiana. Il lavoro riporta le numerosissime fonti d’archivio consultate, che vanno da Parigi a Londra, dalla Città del Vaticano a Vienna, senza ovviamente trascurare quelle più prossime degli Archivi di Stato e diocesani.
Gli attori che si affacciano sul palcoscenico della storia sono molteplici: veneziani, austriaci, francesi, l’aristocrazia bresciana e il popolo delle valli, ognuno dei quali portatore di precisi interessi del tutto contrapposti.
«Grazie a un minuzioso spoglio archivistico, che ha tenuto conto di documentazione pubblica e privata, si è ricostruito il dissenso nei confronti della Repubblica di Venezia, mettendo in luce le vite parallele di uomini che si ritrovarono in un crocevia generazionale in ebollizione. Costoro, oltre a volere indipendenza e libertà dai propri genitori, reclamavano dignità pubblica, che lo Stato veneziano – avvertito come un corpo estraneo – non era in grado di assicurare. Così, i clan familiari, che prepotentemente volevano sostituirsi al governo della Serenissima, preoccupandosi soprattutto di arricchire il proprio patrimonio; così gli esclusi e i dimenticati, vale a dire chi, pur ritenendosi degno, non veniva riconosciuto per i suoi meriti, affogando nell’abisso dell’anonimato. Figure alquanto diverse, ma che si sentivano accomunate dalla volontà di scardinare il giogo di potere, affrancandosi dal leone marciano e da quella classe dirigente locale che non finiva di dimostrare tutta la sua pavidità.» (Carlo Bazzani, op. cit., p. 15)
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Liceo Calini di Brescia - Giulio Toffoli
Il poderoso volume (più di 600 pagine) di Giulio Toffoli dal titolo “Liceo Calini di Brescia” – che Compagnia della Stampa ha edito nel 2023 per celebrare i 100 anni dello storico liceo scientifico cittadino – nasce da una serie di lunghe e minuziose ricerche d’archivio che si sono concentrate su un arco di tempo specifico, ossia gli anni compresi fra il 1923 e il 1950. Un periodo sintetizzato nel sottotitolo del libro (“1923-1950: cronache degli anni difficili”), durante il quale si susseguirono alcuni tra gli avvenimenti storici, nazionali e internazionali, più drammatici e significativi del ‘900.
Ed è esattamente in relazione a questi eventi che l’autore (Giulio Toffoli, già docente di filosofia e storia presso il Calini) ripercorre la storia dell’istituto, che nacque ufficialmente proprio nel 1923 con il nome di Regio Liceo Scientifico di Brescia (l’intitolazione al patriota bresciano Annibale Calini risale al 1925). E lo fa mettendo a disposizione una impressionante mole di documenti, molti dei quali pubblicati qui per la prima volta, ricavati in larga parte dall’archivio interno alla scuola.
Il bellissimo apparato iconografico (composto da scatti di tipo professionale, ma anche dalle fotografie fornite da ex alunni ancora in vita, dai familiari e dagli eredi di studenti, professori e presidi che hanno frequentato l’istituto nel trentennio preso in esame) è affiancato a verbali, circolari, relazioni e documenti redatti dal ministero, dal provveditorato o dai docenti: tutto materiale che testimonia lo spirito di un’epoca e che offre al lettore la possibilità di conoscere l’idea di scuola che animava quegli anni, gli orientamenti pedagogici e didattici che venivano privilegiati nonché i rapporti che intercorrevano fra personale docente, studenti e famiglie.
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Angelo Inganni tra Brescia e Gussago (1850-1880) - a cura di Luciano Anelli
Il voluminoso libro dal titolo “Angelo Inganni. Tra Brescia e Gussago (1850 – 1880)” (Compagnia della Stampa, 2023) è stato realizzato al termine di un percorso che, durante il 2023 – anno in cui Brescia e Bergamo sono state Capitali italiane della cultura – ha portato alla realizzazione di una mostra monografica sul pittore bresciano.
«L’artista nei suoi quadri aveva saputo rappresentare al meglio lo spirito della nostra comunità, l’amore per la propria terra, per la sua storia, per le sue tradizioni, celebrando con le sue opere il nostro paesaggio, momenti di vita e operosità quotidiana, usi e costumi del tempo, riti di festa nelle stagioni dell’anno, insieme a immagini di luoghi simbolo del nostro territorio e ai ritratti di personaggi eminenti della società gussaghese dell’Ottocento.» (Giovanni Coccoli, sindaco di Gussago, nella prefazione al volume, p. 7)
Gli autori restituiscono l’immagine sia pubblica che privata di un artista di indiscussa abilità, talché le sue opere sono esposte in moltissime gallerie e musei importanti, come il Louvre di Parigi. Piace forse meno la sua figura umana, che a volte appare un po’ opportunista… ma forse si tratta di una caratteristica attribuibile anche ad altri personaggi.
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