<<Vedete? Vedete la storia? Vedete qualcosa? Per me è come se stessi cercando di raccontarvi un sogno... È impossibile, è impossibile descrivere la sensazione della vita di una qualunque epoca dell'esistenza... ... la sua verità, il suo significato... la sua sottile e penetrante essenza. È impossibile. Viviamo, come sogniamo... soli...>>
Quando ha scritto questo romanzo, Conrad si è ispirato ad un viaggio sul fiume Congo nel 1890.
<< Ripensava a quel che aveva percepito dalla mente della predatrice, al suo disprezzo per la razza umana, per la morte inutile.
“Siamo tutti solamente prede per lei. Desidera solo nutrirsi. E forse ci guarda esattamente come un uomo qualsiasi guarda un branco di maiali, che può vedere solamente in quanto prosciutti appesi a stagionarsi, e non riconoscibile in quegli animali nessun diritto di vita né, tantomeno, nessun pensiero nobile quanto il suo”, pensava Vlad di Brin.
E aveva ragione. >>
"Cos’hai pensato?"
«Lascia stare» disse Conor, tornando a voltarsi verso casa.
"Hai pensato che forse sono venuto qui per aiutarti."
Il ragazzo si fermò.
"Hai pensato che potrei essere venuto per sconfiggere i tuoi nemici. Sterminare i tuoi draghi."
Conor non si voltò. Ma neppure entrò in casa.
"Hai capito che c’era del vero quando ho detto che tu mi hai chiamato, che eri tu la ragione per cui mi sono alzato a camminare e sono venuto. Non è così?"
Conor si voltò. «Ma tu non vuoi far altro che raccontarmi delle storie» disse, e non riuscì a nascondere la delusione nella sua voce, perché era davvero così. L’aveva pensato. L’aveva sperato.
Il mostro s’inginocchiò e avvicinò il suo viso a quello di Conor. "Storie che parlano di come ho sconfitto i nemici. Di come ho sterminato i draghi." Il ragazzo batté le palpebre.
"Le storie sono creature selvagge e indomite," continuò il mostro. "Quando le liberi, chi può sapere quali sconvolgimenti potranno compiere? "
<< Avevo la sensazione che ogni singola particella di universo fosse seduta lì con me, in quel preciso istante, a sperimentare quell'immensita. Con stupore bambino, il mio cuore chiese: "tutti questi monti, e il sole, e la terra, e le stelle... da dove vengono?" E una voce, in fondo a me, replicò: "da dove viene la tua domanda?" Ero briciola di creato, frammento d'eternità, goccia d'oceano... >>
<< Gli chiedo di raccontarmi dei suoi altri sintomi. Ride. «Per questo ci vorrebbe una giornata intera e noi abbiamo solo...» Dà un'occhiata all'orologio al polso. «... ancora ventidue minuti. Ventidue è un buon numero, tra l'altro.» Perché è pari? domando. Il cenno che mi fa con il capo mi dice che spreco tempo su cose ovvie. «I miei... i miei sintomi, come li chiama lei... >>
Ultime recensioni inserite
L'uomo illustrato - Ray Bradbury
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Tenebre - Robert R. McCammon
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Le maschere dell'orrore - Paul Dale Anderson ... [et al.]
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Carta forbice sasso - Inés Garland
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Il traghettatore - William Peter Blatty
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I dannati di Malva - Licia Troisi
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1: Le lame del cuore
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Il vecchio e il mare - Ernest Hemingway
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Il canto dell'elefante - Wilbur Smith
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Cuore di tenebra - di Joseph Conrad
<<Vedete? Vedete la storia? Vedete qualcosa? Per me è come se stessi cercando di raccontarvi un sogno... È impossibile, è impossibile descrivere la sensazione della vita di una qualunque epoca dell'esistenza... ... la sua verità, il suo significato... la sua sottile e penetrante essenza. È impossibile. Viviamo, come sogniamo... soli...>>
Quando ha scritto questo romanzo, Conrad si è ispirato ad un viaggio sul fiume Congo nel 1890.
https://brancodilibri.wordpress.com/2018/03/28/cuore-di-tenebra-joseph-conrad/
Belve - Alda Teodorani
<< Ripensava a quel che aveva percepito dalla mente della predatrice, al suo disprezzo per la razza umana, per la morte inutile.
“Siamo tutti solamente prede per lei. Desidera solo nutrirsi. E forse ci guarda esattamente come un uomo qualsiasi guarda un branco di maiali, che può vedere solamente in quanto prosciutti appesi a stagionarsi, e non riconoscibile in quegli animali nessun diritto di vita né, tantomeno, nessun pensiero nobile quanto il suo”, pensava Vlad di Brin.
E aveva ragione. >>
https://brancodilibri.wordpress.com/2018/03/13/belve-alda-teodorani/
R: Sette minuti dopo la mezzanotte - Patrick Ness
"Cos’hai pensato?"
«Lascia stare» disse Conor, tornando a voltarsi verso casa.
"Hai pensato che forse sono venuto qui per aiutarti."
Il ragazzo si fermò.
"Hai pensato che potrei essere venuto per sconfiggere i tuoi nemici. Sterminare i tuoi draghi."
Conor non si voltò. Ma neppure entrò in casa.
"Hai capito che c’era del vero quando ho detto che tu mi hai chiamato, che eri tu la ragione per cui mi sono alzato a camminare e sono venuto. Non è così?"
Conor si voltò. «Ma tu non vuoi far altro che raccontarmi delle storie» disse, e non riuscì a nascondere la delusione nella sua voce, perché era davvero così. L’aveva pensato. L’aveva sperato.
Il mostro s’inginocchiò e avvicinò il suo viso a quello di Conor. "Storie che parlano di come ho sconfitto i nemici. Di come ho sterminato i draghi." Il ragazzo batté le palpebre.
"Le storie sono creature selvagge e indomite," continuò il mostro. "Quando le liberi, chi può sapere quali sconvolgimenti potranno compiere? "
https://brancodilibri.wordpress.com/2018/02/23/sette-minuti-dopo-la-mezzanotte-patrick-ness/
Non stancarti di andare - testi Teresa Radice
<< Avevo la sensazione che ogni singola particella di universo fosse seduta lì con me, in quel preciso istante, a sperimentare quell'immensita. Con stupore bambino, il mio cuore chiese: "tutti questi monti, e il sole, e la terra, e le stelle... da dove vengono?" E una voce, in fondo a me, replicò: "da dove viene la tua domanda?" Ero briciola di creato, frammento d'eternità, goccia d'oceano... >>
https://brancodilibri.wordpress.com/2018/02/13/non-stancarti-di-andare-teresa-radice/
N - Stephen King
<< Gli chiedo di raccontarmi dei suoi altri sintomi. Ride. «Per questo ci vorrebbe una giornata intera e noi abbiamo solo...» Dà un'occhiata all'orologio al polso. «... ancora ventidue minuti. Ventidue è un buon numero, tra l'altro.» Perché è pari? domando. Il cenno che mi fa con il capo mi dice che spreco tempo su cose ovvie. «I miei... i miei sintomi, come li chiama lei... >>
https://brancodilibri.wordpress.com/2018/02/06/n-stephen-king/