Il progetto Radici Sonore nasce da un'idea di Massimiliano Boventi e Alessandro Pedretti. Entrambi sono musicisti e si interessano di musica sperimentale ed ambientale sia per aspetti compositivi e performativi che per aspetti concettuali e filosofici.
L'idea è quella di raccogliere, tramite l'utilizzo di un registratore, una grande varietà di suoni provenienti dalla Biblioteca; una volta registrati, sono stati elaborati o lasciati tali e quali, ed infine intrecciati insieme per comporre un'ora di musica ambientale restituita all'ambiente stesso.
Partendo dalla composizione, i suoni sono stati divisi, a seconda della timbrica, in sei grandi gruppi; attraverso il lancio dei dadi questi suoni sono stati scelti e distribuiti in quella che possiamo chiamare una "partitura digitale" secondo una modalità affidata alla casualità. Chi si assume il compito di comporre lo fa preservando alcuni aspetti del carattere casuale e inaspettato che è proprio dei suoni riscontrati nell'ambiente. La rielaborazione è per così dire controllata e disciplinata da una modalità compositiva rivolta a mantenere il carattere indeterminato dei suoni, la loro armonia indipendente.