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Selezione di romanzi ambientati durante la Prima Guerra Mondiale
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Sellerio, 2014
Résumé: Siamo alla fine di luglio, nel 1914, a Venezia. Il 28 giugno a Sarajevo Francesco Ferdinando è stato assassinato, l'Austria ha consegnato l'ultimatum alla Serbia. Sono i giorni dei sonnambuli, di imperi e nazioni, governanti e diplomatici, che consegnano inconsapevoli l'Europa al suo suicidio. Il commendatore Niccolò Spada vigila sui suoi ospiti all'Excelsior: il presagio che aleggia sull'Europa soffia anche sul Lido. L'Albergo leggendario è affollato: l'aristocrazia di tutta Europa scintilla come non mai, ma celebra le ultime ore della Belle époque. Fra gli ospiti c'è anche la marchesa Margarete von Hayek, bella come sa essere solo una donna dal piglio pari alla grazia, che nasconde un segreto terribile, inconfessabile, e che brindando alla fine del mondo chiede una lettera di credito molto particolare a Spada. Il commendatore vacilla, tentato dall'amore per Margarete, che è fuoco e rapina. Un sogno, sempre lo stesso, lo disorienta: un cacciatore ossessionato da una belva che si aggira per la foresta. Senza riuscire a incontrarla, ne sente il ruggito. Poco lontano, nel cuore della laguna, l'isola di San Servolo, sede del manicomio, conserva il segreto della nobile Margarete.
Colloqui con mio fratello / Giani Stuparich ; a cura di Cesare De Michelis
Venezia : Marsilio, copyr. 1985
Il soldato Cola / Mario Puccini
Milano : Bompiani, copyr. 1978
Il trio dell'arciduca : romanzo / Hans Tuzzi
Bollati Boringhieri, 2014
Résumé: Giugno 1914: un mercante levantino viene trovato cadavere nelle acque del porto di Trieste. Oltre che un mercante, però, il morto è l'informatore di un giovane agente segreto imperialregio, Neron Vukcic, che sospetta subito un omicidio. Comincia così un'indagine che si trasforma ben presto in un percorso a ritroso, basato su indizi e deduzioni: dall'ultima tappa toccata dal mercante prima di morire annegato, Sarajevo, Vukcic arriva sino a Istanbul, la capitale del vecchio impero ottomano, a quel tempo ancora Costantinopoli. La missione del nostro giovane agente segreto prosegue, piena di insidie, in un continuo incrociarsi di spie dei tre diversi imperi destinati a scomparire di lì a poco - l'austriaco, il turco, il russo -, di membri di società segrete nazionaliste, di danzatrici di successo internazionale. Attentati e agguati, mosse e contromosse animano e complicano una trama che riconduce inesorabilmente, in quel caldo giugno 1914, a Sarajevo, dove i servizi segreti delle Grandi Potenze hanno innescato un gioco più grande di loro.In tutti i suoi romanzi Tuzzi è maestro nella ricostruzione di ambienti e luoghi: qui immerge il lettore nell'atmosfera della Belle Epoque, oltre che dei Balcani teatro di intrighi, avvincendolo con la trama e distraendolo con dettagli inediti e spassosi su città e luoghi ancora selvaggi. E soprattutto divertendolo con continui ammiccamenti agli appassionati del giallo, invitati a riconoscere in Neron Vukcic, la versione giovane di un celeberrimo detective che, come Neron, è nato in Montenegro il 17 aprile 1893, è cresciuto presso la famiglia del cugino, ha una taglia forte, ama le orchidee e la buona tavola...
Ritorneranno : romanzo / Giani Stuparich
Milano : Garzanti, 1976
Con me e con gli alpini / Piero Jahier ; presentazione di Ermanno Paccagnini
Mursia, 2005
Résumé: Con me e con gli alpini di Piero Jahier nasce dall'esperienza dell'autore come tenente istruttore di un reparto di alpini durante il Primo conflitto mondiale. È un diario di guerra scritto al fronte, tra il marzo del 1916 e il luglio del 1917, ma è anche un diario di vita e di valori indelebili e un unicum dal punto di vista letterario, che alterna squarci lirici e poetici a momenti narrativi. È un racconto di incontri e complicità fra reclute, di fratellanza tra quegli alpini in cui Jahier ritrova i valori in cui si rispecchia: la vita degli umili, la ricerca di purezza e verità, l'amore per la montagna. Per questo chi legge il suo diario di guerra è con lui e con gli alpini.
Viva Caporetto! : la rivolta dei santi maledetti / Curzio Malaparte ; introduzione di Mario Isnenghi
Milano : A. Mondadori, 1981
Résumé: Il libro racconta, in modo del tutto anticonvenzionale e con intento decisamente provocatorio (a partire dal titolo, nel quale s'inneggia alla grande - e allora recente - vergogna nazionale della rotta di Caporetto) la storia del popolo in armi, cioè della partecipazione degli italiani "all'inutile strage" (secondo Papa Benedetto XV, secondo altri la quarta guerra d'indipendenza italiana), cioè la prima guerra mondiale. La tesi di Malaparte è che la catastrofe di Caporetto nasce dall'insipienza dei generali e dall'irresponsabilità della classe politica, e salva della nazione solo i "santi maledetti" (cioè gli umili soldati di fanteria) e quei giovani rappresentanti dei ceti medi che coi soldati hanno condiviso gli orrori e le sofferenze della guerra di trincea (gli ufficiali subalterni). Nella rotta di Caporetto, Malaparte vede non la vigliaccheria dei soldati, ma l'incompetenza degli ufficiali superiori, e la ribellione della truppa a una guerra mal condotta, che fino a quel momento era costata la vita di oltre 350.000 italiani. Caporetto è quindi, secondo Malaparte, da considerare come l'inizio di una rivoluzione italiana, simile a quella russa, che però si spense immediatamente a causa della mancanza di capi che la sapessero dirigere. (da Wikipedia)
Milano : A. Mondadori, 1971
Résumé: Uno dei più celebri ed emozionanti diari della Grande Guerra, gremito di personaggi e di episodi, dal quale emerge tutta la drammaticità e l'umanità della vita in montagna e nelle trincee: l'orrore della prima linea contrapposto al raggelante distacco degli alti comandi e delle retrovie, la morte e la giovinezza, il valore e il mugugno. Cronache scritte in presa diretta da un giornalista di rango che raccontano un mondo dove hanno posto le stragi e il desiderio delle donne, le bevute, l'arrivo della posta, la malinconia, l'eroismo estremo e la bellezza dei boschi e dei monti. Monelli non predica e non denuncia ma, semplicemente, racconta a volte amare verità, come la fucilazione di soldati, a volte episodi divertenti e ilari. Cronache, appunto, di gaie e tristi avventure di alpini, di muli e di vino.
Kaos, 2007
Résumé: Henri Barbusse si arruolò a 41 anni nell'esercito francese e, benché potesse essere riformato per motivi anagrafici, servì per 17 mesi il suo paese nella prima guerra mondiale, dapprima come soldato, poi come barelliere. Il fuoco nacque da questa esperienza di trincea. Basato sugli appunti che l'autore annotò nelle tregue dei combattimenti, composto per lo più in ospedale durante le degenze, il romanzo segue in presa diretta la vita quotidiana di una squadra di fanti sulla linea del fronte, dalla fine del 1914 al dicembre del 1915. Nella terra ridotta a un ossario, cosparsa di urina e di escrementi, disseminata di povere membra dei propri compagni, in condizioni materiali di vita estreme, i soldati, in attesa della morte, sono costretti come trogloditi in caverne di fango. Sotto il comando del caporale Bertrand, conoscono l'orrore dei bombardamenti, gli attacchi con la baionetta, la presenza inquietante della morte, e i loro sogni, le loro frustrazioni, le loro ansie, il cameratismo tessono il tempo senza fine del cruento conflitto - un tempo scandito dai morti, dominato dalla pioggia e dalla melma, contrassegnato dalle granate e dalle incursioni notturne, dagli assalti frenetici messi in atto da un'umanità perduta, votata al martirio. Il fuoco attirò aspre critiche per il suo crudo realismo, ma riscosse un immediato successo di pubblico e l'apprezzamento di alcuni dei più celebri scrittori dell'epoca, tra cui André Gide, Anatole France e Romain Rolland. Tra i primi romanzi dell'epoca a proporre una nuda testimonianza sulla brutalità della guerra, rifiutando qualsiasi retorica nazionalista ed eroica, contribuì a suscitare presso l'opinione pubblica francese accesi sentimenti d'opposizione al conflitto.
La mano mozza / Blaise Cendrars ; traduzione di Giorgio Caproni ; introduzione di Giovanni Bogliolo
Milano : Guanda, copyr. 2000
Résumé: Un romanzo intenso sulla Grande Guerra. Cendrars vi partecipò combattendo al fronte, e raccontò l'orrore, lo sgomento, le privazioni, le miserie ma anche gli slanci di coraggio, la vitalità e persino l'umorismo di soldati mandati a morire nel grande olocausto del primo conflitto. E' una rappresentazione cruda, realistica ma anche partecipe, nella quale si alternano scene terribili dei combattimenti, rari momenti di felicità delle licenze, con il soffio di speranza che comunicava ai giovani in armi.
Milano : Rizzoli, 1969
Résumé: Combattimenti, solitudine, fatica, paura, cameratismo, donne: tutto viene raccontato in questo classico sulla guerra aerea combattuta nel 1914-1918, basato sulle esperienze del suo autore, uno dei più valorosi piloti del Royal Flying Corps. Lo stile scorrevole, antiretorico e il suo realismo ne hanno fatto uno dei più appassionanti racconti della vita sul fronte occidentale: i rapporti con i francesi, le chiacchiere tra ufficiali, il reperimento dei medicinali, il suono del grammofono, gli sforzi dei comandanti affinché il narratore diventasse un pilota più aggressivo, la frustrazione di non riuscire ad affrontare gli avversari più agguerriti... L'autore è profondamente onesto nel raccontare lo stress crescente e lo sfinimento dei suoi amici, morti uno dopo l'altro, la sua battaglia per arrivare vivo fino alla fine e la disillusione nei confronti della guerra e dei suoi superiori. Yeates scrisse questo suo unico romanzo, che pubblicò pochi mesi prima di morire di tubercolosi, con la speranza di poter ottenere i soldi necessari per curarsi e poter provvedere alla sua famiglia. Messo poco dopo fuori commercio, durante la Seconda guerra mondiale divenne un libro di culto per i piloti inglesi, ma vendette solo un migliaio di copie e non fu ristampato prima del 1961, ottenendo finalmente il successo internazionale.
Il sale della terra / Józef Wittlin ; a cura di Silvano De Fanti
Marsilio, 2014
Résumé: La notizia dello scoppio della Prima guerra mondiale giunge a una piccola stazione della Galizia orientale, dove Piotr Niewiadomski, analfabeta quarantenne di etnia hutzul, lavora come uomo di fatica. Richiamato alle armi, lo spaesato campagnolo si trova ad affrontare un percorso dal carattere iniziatico che lo conduce alla sua guarnigione in Ungheria e che si conclude con l'addesttamento militare, durante il quale Niewiadomski scopre l'unica legge che regola la vita delle reclute al campo, ovvero la paura e di conseguenza la sottomissione alla subordinazione che trasforma gli uomini in automi. Il sale della terra racconta una Prima guerra mondiale la cui atrocità non consiste nelle scene di battaglia, nello spargimento di sangue e nella massa di cadaveri straziati, bensì nel lento e pianificato omicidio perpetrato sulle anime di migliaia di ignoti soldati. Tramite l'ironica sacralizzazione e la smitizzazione della guerra e dell'esercito austro-ungarico, il romanzo - unica opera letteraria in prosa di Józef Wittlin - offre uno spaccato stilisticamente raffinato e amaramente satirico della crisi della cultura europea nei primi decenni del Novecento.
La stanza degli ufficiali / Marc Dugain ; traduzione e note di Serena Marrocco
Vertigo, 2008
Résumé: È il 1914. Nonostante sia vigilia di guerra, la vita sembra sorridere ad Adrien Fournier. Ventiquattro anni, ingegnere, ufficiale del genio, bellissimo ragazzo che ha appena incontrato l'amore. Tuttavia, appena arrivato al fronte, durante una perlustrazione, viene colpito da una scheggia di granata che lo sfigura, strappandogli la mascella superiore, il palato e parte del naso. Adrien, trasformato in un mostro, non conoscerà mai la durezza delle trincee né delle battaglie condotte nel fango, al gelo, fra ratti e pulci. Passerà in convalescenza i cinque anni del conflitto nella stanza d'ospedale riservata agli ufficiali. Una stanza senza specchi, perché lì sono ricoverati gli sfregiati dalla guerra, uomini senza volto, che non possono più riconoscersi.
Torino : UTET, 1981
Résumé: Una grande epoca esige grandi uomini. Vi sono degli eroi ignorati e oscuri... l'esame della cui indole darebbe ombra perfino alla gloria d'Alessandro Magno. Oggigiorno si può incontrare per le vie di Praga un uomo trasandato, che non sa quanta importanza abbia avuto la propria opera nella storia di un'epoca grande e nuova come questa. Egli percorre tranquillamente la sua strada, senza che nessuno gli dia noia e senza dar noia a nessuno, e senza essere assediato da giornalisti che gli chiedano un'intervista. Se gli domandaste come si chiama, vi risponderebbe con l'aria più semplice e più naturale del mondo: 'Io son quello Sc'vèik...' Con queste parole Jaroslav Hasek (1883-1923) presentava l'umile e grottesco eroe del suo romanzo, il bonario allevatore e mercante di cani, strappato alle sue pacifiche occupazioni e mandato a combattere in difesa dell'impero austro-ungarico nella Prima guerra mondiale. Preso nel vortice di avvenimenti che vanno molto oltre le sue capacità di comprensione, Sc'vèik si destreggia con un misto d'ingenuità e di furbizia, forte di quella sua obbedienza assoluta alla lettera degli ordini ricevuti che porta all'assurdo e dissolve nel ridicolo ogni autorità. Nel buon soldato Sc'vèik i lettori di tutto il mondo hanno riconosciuto un eroe sovrannazionale, il campione di un irriducibile pacifismo e antimilitarismo e un simbolo dell'inalienabilità dei diritti dell'individuo contro ogni tutela e usurpazione dittatoriale.
Addio alle armi / Ernest Hemingway ; traduzione e introduzione di Fernanda Pivano
Milano : A. Mondadori, stampa 1993
Résumé: E' il 1917, Frederic Henry, un volontario nei reparti sanitari dell'esercito italiano si innamora di una infermiera inglese, Catherine. Viene ferito e Catherine lo raggiunge a Milano per curarlo e trascorre con lui l'estate. Quando viene l'autunno Catherine rivela a Frederic di essere incinta, ma lui deve partire per il fronte ed è coinvolto nella ritirata di Caporetto. Diserta e decide di rifugiarsi con lei in Svizzera per dedicarsi unicamente al suo amore, ma Catherine muore di parto con il bambino.
Non tutti i bastardi sono di Vienna / Andrea Molesini
Sellerio, 2010
Résumé: Orgoglio, patriottismo, odio, amore: passioni pure e antiche si mescolano e si scontrano tra loro, intorbidate più che raffrenate dal senso, anch'esso antico, di reticenza e onore. Villa Spada, dimora signorile di un paesino a pochi chilometri dal Piave, nei giorni compresi tra il 9 novembre 1917 e il 30 ottobre 1918: siamo nell'area geografica e nell'arco temporale della disfatta di Caporetto e della conquista austriaca. Nella villa vivono i signori: il nonno Guglielmo Spada, un originale, e la nonna Nancy, colta e ardita; la zia Maria, che tiene in pugno l'andamento della casa; il giovane Paolo, diciassettenne, orfano, nel pieno dei furori dell'età; la giovane Giulia, procace e un po' folle, con la sua chioma fiammeggiante. E si muove in faccende la servitù: la cuoca Teresa, dura come legno di bosso e di saggezza stagionata; la figlia stolta Loretta, e il gigantesco custode Renato, da poco venuto alla villa. La storia, che il giovane Paolo racconta, inizia con l'insediamento nella grande casa del comando militare nemico. Un crudo episodio di violenza su fanciulle contadine e di dileggio del parroco del villaggio, accende il desiderio di rivalsa. Un conflitto in cui tutto si perde, una cospirazione patriottica in cui si insinua lo scontro di psicologie, reso degno o misero dall'impossibilità di perdonare, e di separare amore e odio, rispetto e vittoria.
Giorni di guerra / di Giovanni Comisso
Longanesi, 2009
Résumé: Scritto tra il 1923 e il 1928, pubblicato nel 1930 e poi arricchito di nuovi brani fino all'edizione definitiva del 1961, questo libro, che rivelò in Comisso uno scrittore di rango, non è dunque un diario della Grande Guerra, ma il racconto di un'esperienza vissuta come avventura, non come sfida eroica. Gli occhi sono quelli di un giovane, né antimilitarista né nazionalista, per il quale la cognizione della morte e del dolore, fino a quel momento ignota, è l'occasione per tornare all'Eden dell'infanzia perduta. La gioventù dei soldati che la notte rincorrono le lucciole e il mattino si arrampicano sui ciliegi, la dolcezza delle donne friulane, i bagni estivi nel Natisone, l'eleganza degli ufficiali, la stanchezza dei reduci dal fronte scaturiscono dal racconto per forza naturale. Lo stesso può dirsi per le situazioni della guerra: la serenità improvvisa a pochi passi da un terreno devastato dai bombardamenti, la disfatta di Caporetto percepita come linea d'ombra, la solidarietà che nasce nelle pause o nei momenti più bui dell'immane e incomprensibile tragedia.
Fuga senza fine : una storia vera / Joseph Roth
Milano : Adelphi, copyr. 1976
Un anno sull'Altipiano / Emilio Lussu ; introduzione di Mario Rigoni Stern
7. ed
Torino : Einaudi, 2003
La paura / Gabriel Chevallier ; traduzione di Leopoldo Carra
Milano : Adelphi, 2011
Résumé: La grande novità di questo romanzo, il cui titolo rappresentava già di per sé una sfida, era il fatto che nelle sue pagine si diceva: ho paura. Così scriveva l'autore presentando, a vent'anni di distanza dalla sua uscita, una nuova edizione dell'opera infamante che nel 1939, alla vigilia di un'altra guerra, era stata pudicamente ritirata dalle librerie. Eppure, se La paura è un libro unico, diverso da tutti quelli pubblicati a caldo per denunciare la barbarie della prima guerra mondiale, non è solo a causa dell'insolenza con cui dà voce a ciò che a detta di molti andrebbe taciuto: lo è anche, e soprattutto, per la forza visionaria della scrittura. Fin dalle prime pagine, infatti, si resta sbalorditi di fronte all'efficacia di Chevallier, il quale (accompagnando il suo alter ego dal tragicomico carnevale dell'arruolamento all'impatto con i campi di battaglia, dal lungo ricovero in ospedale al ritorno al fronte, fino al lugubre silenzio che sembra avvolgere la terra intera dopo il Cessate il fuoco!) sa coniugare con mano saldissima la verità impietosa della testimonianza con la forza affabulatrice del romanzo. E riesce a farci percepire, quasi fisicamente, l'orrore, lo sgomento e la disperazione; a farci vedere l'esplosione di luce irreale dei razzi, i cadaveri dilaniati, il labirinto silenzioso e desolato delle trincee; a farci condividere la cocciuta voglia di vivere e l'ossessiva paura di morire di tutti.