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Il fiore del frangipani
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Vaite, Celestine Hitiura

Il fiore del frangipani

Milano : Mondadori, 2005

Abstract: A Tahiti ci sono cose che non cambiano mai: donne che cercano l'amore, uomini che rifuggono le responsabilità, suoceri impiccioni, figli che combinano guai, problemi finanziari... Ma non è così un po' ovunque? Materena, di professione cameriera, vive con il poco affidabile Pito e i figli. Lavoratrice instancabile e dotata di grande buon senso, la forte e leale Materena diventa presto il punto di riferimento delle donne dell'isola, che corrono da lei a confidarsi e a chiedere consigli. Perché Materena ha una parola buona per tutte e la giusta soluzione a portata di mano. Solo sua figlia Leilani le dà filo da torcere, e la sua educazione rappresenta una vera sfida. Ma il segreto di Materena è non abbattersi di fronte agli imprevisti che la vita riserva.

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Alice Raffaele
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Fin dalla copertina - anzi, fin dalla scelta durante l’incontro precedente del nostro Gruppo di Lettura - avevamo compreso che sarebbe stato un romanzo leggero ma con forti protagoniste femminili. Leggero sì, però non superficiale.

La storia di Materena, professionista delle pulizie, comincia dalla sua prima gravidanza, in attesa di Leilani, e continua fino a quando quest’ultima avrà raggiunto la maggiore età. Ogni capitolo è una sorta di storia familiare, come quando si va a visitare i parenti e si raccontano episodi di anni precedenti. Il risultato è carino, rilassante, tenero e semplice. L’intreccio infatti quasi non c’è, la trama è molto lineare e piatta.
Materena è un personaggio indipendente, che sa ascoltare gli altri, ed è solare, estremamente positivo: non si abbatte mai. Una partecipante sottolinea come ella sfrutti le cose negative sempre e solo per andare avanti, oltre i propri limiti. Anche se non sembrerebbe, è una donna che non ha solo pregi ma anche difetti: è contraddittoria in alcune azioni e pensieri, come quando dà alla figlia tutti gli strumenti per studiare (l’enciclopedia in primis - oh, il potere dei libri e della cultura!) e puntare a una vita diversa dalla sua, dove può realizzarsi professionalmente, ma poi non vorrebbe che si trasferisca a due ore di distanza. L’ambientazione nell’isola di Tahiti ha consentito all’autrice di raccontare del rapporto tra i tahitiani e i popa’a (i francesi), così come di alcune tradizioni locali, per esempio la divinazione per il sesso di un nascituro o il legame tra una persona e l’albero piantato per la sua nascita; alcune di queste credenze si possono collegare con simili riti e abitudini presenti anche da noi in Italia, come raccontano alcuni membri del gruppo.
Piccola curiosità: ci sono alcune analogie tra la vita dell’autrice e una delle cugine di Leilani… Che si sia “autoritratta”?
Una storia di donne per donne (forse troppo) ma non solo: pure i pochi - ahimè - uomini presenti alla discussione l’hanno apprezzata, in particolare per la sua freschezza e per il confronto che ne è scaturito tra la società attuale e quella di qualche generazione fa.

Nessun colpo di scena nella trama, tuttavia è stato sorprendente l’effetto che ha avuto sulla condivisione nel gruppo: è stato in grado infatti di evocare molti ricordi e aneddoti dalla memoria di ognuno, frammenti della quotidianità di ognuno di noi che ci hanno fatto sorridere, commuovere, aprirci agli altri come altri pochi titoli. È un libro comune in quanto universale: per esempio, la relazione tra Materena e Leilani è quella di molte madri e figlie, ed è anche emblema del connubio-scontro tra tradizione e modernità. È la storia di un riscatto e di una rivoluzione che avviene quando per la società la vita è già determinata. E invece no: mai smettere di inseguire i propri sogni, se ne vale la pena, pure a costo di sacrificare qualcosa. In caso, chiamate Materena e chiedetele un consiglio: saprà darvi ottimi e pratici suggerimenti ;)

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