Messaggio di benvenuto al catalogo.
Tatà Valérie Perrin
La portalettere Francesca Giannone
Come l'arancio amaro Milena Palminteri
Il canto dei cuori ribelli Thrity Umrigar
Domani, domani Francesca Giannone
Cambiare l'acqua ai fiori Valérie Perrin
Il Dio dei nostri padri Aldo Cazzullo
La catastrofica visita allo zoo Joël Dicker
Succede sempre qualcosa di meraviglioso Gianluca Gotto
Tutta la vita che resta Roberta Recchia
Tatà Valérie Perrin
La felicità nei giorni di pioggia Imogen Clark
La catastrofica visita allo zoo Joël Dicker
La governante Csaba dalla Zorza
Il mio nome è Emilia del Valle Isabel Allende
Delitto di benvenuto Cristina Cassar Scalia
Il canto dei cuori ribelli Thrity Umrigar
La levatrice Bibbiana Cau
Io che ti ho voluto così bene Roberta Recchia
Il giorno dell’ape Paul Murray
Giallo piacevole, ben scritto, ma che diffcilmente mi porterà a continure la serie
Autore che avevo già letto in collage, con altri autori del genre, e che non era stato il mio preferito
Leggendo questa autobiografia non si può non parteggiare per il povero principe, con il destino già segnato dalla sorte di un omonimo antenato, esiliato, ma poi tornato per dar battaglia a tutti, come del resto ha fatto lui. Lui, “la Riserva”, contro il fratello William, “l’Erede”, con un padre che appena dopo la sua nascita disse alla moglie Diana: “… il mio lavoro è finito”.
È apprezzabile l’onestà della narrazione in cui non nasconde i diversi aspetti che potrebbero gettare ombre sulla sua figura ( il consumo di erba, e non solo, l’uso facile e continuo di alcolici…), per non parlare delle diverse situazioni in cui la leggerezza del suo comportamento, caratterizzato da “selvatichezza” interiore, ha destato più di un disappunto.
Ma come non comprendere i fantasmi contro cui lottava, le paure e attacchi di panico vissuti e - cosa ben più grave - l’azione distruttiva della stampa nei confronti suoi e di tutte le persone a lui legate? Lui, “ruota di scorta” come lo era stata Margaret nei confronti della sorella Elisabeth, ma di fronte alla sua fragilità e richiesta di aiuto il dictat del padre Carlo era di passare oltre, “never complain, never explain”.
Ma Harry aveva troppe verità “apparenti” da smentire ed ecco il perché di questo libro.
La parte più noiosa è stata quella centrale, dedicata al suo addestramento militare e partecipazione bellica, noiosa per me ma non per lui, visto che questa era la sua unica vena per cui si sentiva portato; un combattente la cui prima guerra personale era iniziata in quella notte d’agosto del ‘97, a Parigi.
Ma per sua fortuna l’incontro con Meghan gli fa trovare il suo posto nella vita, sebbene, proprio per lei, i suoi rapporti con la famiglia diventino più difficili: tutti vogliono puntualizzare e decidere per loro ed il fratello entra in contrasto perché H. “non rispetta il ruolo di Riserva”.
Ma Harry sa che il problema non è la monarchia in sė, ma “il rapporto malato che negli anni si è sviluppato tra i giornalisti e il Palazzo”; la sua famiglia, però, non facendo nulla, con il suo silenzio li ha comunque condannati.
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