Classe 1991. Cresciuta in Franciacorta, vive a Brescia, sua città natale. Ha studiato letteratura inglese e tedesca, laureandosi con una tesi sui rapporti fra la cultura tedesca e il nazionalsocialismo. Legge e scrive per vivere. È autrice della silloge di racconti “La memoria della cenere” (Morellini, 2016) e dei romanzi “Figli della Lupa” (Edikit, 2018), “Vento porpora” (Edikit, 2020) e "La fedeltà dell'edera" (Edikit, 2022). Anima rock alla perenne ricerca di storie della resistenza bresciana, si trova maggiormente a suo agio tra le parole dei libri e sui sentieri di montagna.
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Brescia città aperta - Marco Archetti
I bresciani più maturi lo sanno: l’esperienza che volge al termine di Brescia “Capitale della Cultura” 2023 fino a non troppo tempo fa sarebbe stata non solo improponibile, ma addirittura impensabile. Troppo a lungo è stata appiccicata alla Leonessa l’etichetta di un altro primato, quello di capitale del tondino e dell’acciaio, della città operosa, ma sostanzialmente, diciamola tutta, noiosa.
Come è stato, dunque, possibile che l’immagine che la città sa offrire sia così profondamente cambiata da averle consentito di divenire per un anno, assieme all’amica/rivale Bergamo, il punto di riferimento ideale della cultura italiana? A questa domanda cerca di rispondere, a dire il vero con efficacia, il volume di Marco Archetti, “Brescia città aperta. Reportage da una capitale della cultura” (Enrico Damiani Editore, 2023): a partire da un lungo lavoro di riscoperta e valorizzazione di un patrimonio che è sempre esistito e che consta di arte e luoghi storici così come di idee, valori e persone.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/brescia-citta-aperta-marco-archetti/
Brescia fra storia e ambiente - Marcello Zane
Marcello Zane, storico e divulgatore che non ha bisogno di presentazioni, nella sua recente pubblicazione "Brescia fra storia e ambiente. Note di ecostoria urbana" ci racconta la storia di Brescia utilizzando un punto di vista particolare, quello della trasformazione urbana, del suo impatto sulla vita quotidiana dei cittadini, dei cambiamenti, degli entusiasmi, ma anche dei disagi che ne sono conseguiti.
Nel volume, corposo nelle sue 358 pagine, per altro di piacevole lettura, l’autore espone il risultato di una lunga ricerca che tocca vari aspetti della transizione della città da un’economia prevalentemente basata sull’agricoltura e sulla piccola manifattura all’avvento dell’industria, del gas, delle automobili e di tante altre innovazioni, con le relative ricadute sul territorio e sulla popolazione.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/note-di-ecostoria-urbana-marcello-zane/
Notturno - [a cura di] Associazione Capitolium
Per la stragrande maggioranza dei bresciani, il Cimitero Vantiniano (o semplicemente “Il Vantiniano”) è il luogo nel quale essi si recano per ricordare coloro che non sono più tra noi. Pochi sanno, tuttavia, che quello di Brescia è il primo cimitero monumentale della storia dell’arte.
A ricordarcelo è lo splendido libro fotografico “Notturno – Fotografia d’arte al Cimitero Vantiniano”, pubblicato da Fen Edizioni e fortemente voluto dall’Associazione Culturale Capitolium, che si è avvalsa degli eccezionali scatti di Stefano Riviera: un viaggio per immagini dall’indubbio valore artistico e culturale, i cui proventi verranno destinati proprio alla conservazione e al restauro dello straordinario cimitero monumentale bresciano.
In una luce totalmente diversa da quella diurna, accompagnato dai versi di autori quali Cesare Arici, Pietro Galvani, Giuseppe Nicolini, Demetrio Ondei, il lettore viene guidato grazie alle splendide fotografie in bianco e nero di Riviera alla scoperta di luoghi ed opere d’arte di rara bellezza e suggestione, a cominciare dalla Cappella di San Michele Arcangelo, posta al termine del viale d’accesso, il cui ingresso è vegliato da due leoni marmorei.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/notturno-fotografia-vantiniano/
Felice chi è diverso - Francesco Savio
«Cercavo la mia visione. Che diavolo avrei fatto nella mia vita? Pedalavo e non trovavo risposta. Sarei diventato come gli altri, rinunciando alle mie aspirazioni per accettare un impiego avvilente, frustrante, senza senso?»
(Francesco Savio, "Felice chi è diverso")
Inizia così “Felice chi è diverso”, il nuovo romanzo di narrativa contemporanea di Francesco Savio, autore bresciano classe 1974, che ha alle spalle altri cinque romanzi di ottima fattura, tra i quali “La sottovita” (Mondadori, 2019). In questo libro, il lettore cammina insieme al protagonista e ai personaggi che si muovono attorno a lui in un microcosmo di colori, suoni e luci mai casuali.
Già la copertina, realizzata dall’illustratore Stefano Bonazzi, ben rappresenta l’intenzione dell’autore di raccontare quella felicità che solo chi è diverso può sperimentare. Proprio come recita il verso di una poesia di Sandro Penna che il protagonista continua ripetere e da cui è ripreso il titolo del romanzo: «Felice chi è diverso / Essendo egli diverso / Ma guai a chi è diverso / Essendo egli comune».
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Streghe bresciane - Maurizio Bernardelli Curuz
Tra il XV e il XVI secolo, nei territori bresciani dal Mella al Tonale si sviluppò uno dei principali epicentri di stregheria di tutta Europa. In contrasto con l’autorità della laica e tollerante Serenissima Repubblica di Venezia, gli inquisitori intentarono numerosi processi contro streghe, stregoni, eretici e parroci peccaminosi che, posti di fronte alla sbarra, spesso confessavano spontaneamente i loro incontri con il demonio. Almeno, secondo quanto si legge negli atti giudiziari.
Nel tentativo di comprendere questo fenomeno, inquadrandolo nel contesto bresciano, Maurizio Bernardelli Curuz, studioso di iconografia e iconologia, ha indagato i meccanismi semantici e linguistici utilizzati dagli accusatori nei processi per distorcere la realtà e, di conseguenza, la verità giudiziaria. I risultati delle sue ricerche sono confluiti nel saggio “Streghe bresciane. Confessioni, persecuzioni e roghi fra il XV e il XVI secolo”, edito nel 1988 da Editrice Ermione e ripubblicato nel settembre 2023 da Fen Edizioni.
In questa nuova edizione, curata dallo studioso di filosofia della religione Glauco Giuliano, il saggio si arricchisce di un corposo apparato di note integrative e di una postfazione che offre interessanti chiavi di lettura per «inquadrare le riflessioni che dalla lettura possono scaturire».
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/streghe-bresciane-maurizio-bernardelli-curuz/
Salò - Pino Casamassima
"Liberarsi del passato quando quel passato costituisce l’anima dell’oggi è assai difficile. Quasi un’acrobazia."
(Pino Casamassima, “Salò. I seicento giorni della Repubblica Sociale Italiana”, p. 24)
Con il suo golfo azzurro e l’elegante lungolago dai bei palazzi, Salò è sicuramente uno dei posti più affascinanti della sponda bresciana del Garda. Tuttavia, nella storia nazionale, il suo nome resta indissolubilmente legato a quello della Repubblica sociale italiana (Rsi), fondata fra questa ridente cittadina e Gargnano nell’autunno del 1943.
Soprannominata “Repubblica di Salò”, l’Rsi, in sostanza un governo fantoccio subordinato alla Germania nazista, ha rappresentato un nuovo capitolo del fascismo dopo la destituzione di Mussolini e ha esercitato il suo dominio per circa seicento giorni, fino all’aprile del 1945. Suo compito primario è stato quello di mantenere il controllo sull’Italia del centro-nord, lacerata fra gli strenui difensori di un regime morente e il fronte di chi invece ha scelto di unirsi alla resistenza per liberare il paese dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista.
Nel saggio “Salò. I seicento giorni della Repubblica sociale italiana” (Diarkos, 2023), il noto giornalista e autore bresciano Pino Casamassima ricostruisce accuratamente la storia dell’Rsi dalla fondazione sino alla caduta, ripercorrendone tappe, eventi e figure fondamentali.
Il volume è arricchito da un’interessante appendice e da un gran numero di preziose testimonianze, provenienti in particolare da uomini e donne della resistenza bresciana. Degna di nota è anche l’introduzione dello stesso autore, che lega efficacemente il tema storico affrontato all’odierna struttura socio-politica del nostro paese, offrendo numerosi spunti di riflessione. Spunti doverosamente atti a ricordarci che, sebbene il fascismo storico sia stato sconfitto, è altrettanto vero che dobbiamo tuttora fare i conti con gli elementi che l’hanno contraddistinto, fra cui nazionalismo, populismo, razzismo e antisemitismo, che sopravvivono e continuano ad attraversare la nostra storia.
La recensione completa la trovate qui: https://www.bresciasilegge.it/salo-i-seicento-giorni-della-rsi-pino-casamassima/
Tiepolo a Verolanuova - a cura di Davide Dotti
A Verolanuova, nella bassa bresciana, sono custoditi, tra altrettante opere d’arte, due capolavori artistici di straordinaria bellezza. Si tratta dei teleri di Giambattista Tiepolo, celebre pittore veneziano del Settecento, conservati nel transetto sinistro della Basilica Romana Minore di San Lorenzo Martire: la “Caduta della manna” e il “Sacrificio di Melchisedech”, opere di soggetto religioso che risalgono al periodo della maturità artistica dell’artista (1741-1748).
Le due imponenti pale (cm 999 x 536) sono state recentemente restaurate con tecniche moderne da due studi, uno bresciano e uno bergamasco (un caso?), con il coordinamento scientifico di Davide Dotti. Negli stessi anni sono state anche fatte numerose ricerche d’archivio che hanno permesso, attraverso il rinvenimento di lettere e documenti, di riscostruire le vicende storiche che ruotano attorno ai due dipinti. E di scoprire anche che, pur essendo state commissionate all’artista veneziano nel 1739 dalla confraternita del Santissimo Sacramento, a mantenere i contatti epistolari con l’artista e a fare quindi da mediatrice fu la nobildonna Elisabetta Grimani, moglie del conte Carlo Alberto Gambara, della nobile famiglia verolese. I teleri, arrotolati su cilindri di legno e conservati in una cassa, giunsero a Verolanuova percorrendo le vie fluviali e da quasi tre secoli vengono ammirati ogni giorni dai Verolesi, spesso ignari di avere sotto i propri occhi due capolavori.
In occasione del restauro e dell’anno della Cultura, a Verolanuova è andato in scena il festival “Tiepolo Scomposto” che da febbraio a giugno 2023 ha animato le vie del paese con iniziative volte a far conoscere i dipinti, l’artista e le atmosfere in cui ha lavorato. Ma l’opera più suggestiva è stata realizzata all’interno della Basilica, con la costruzione di una struttura temporanea alta 9 metri che ha permesso ai numerosi visitatori, che hanno avuto il privilegio di salire, di poter ammirare da vicino la grandiosità delle opere: la cura dei particolari in primo piano, così come a 10 metri, la luminosità che scaturisce naturalmente dall’interno come se brillassero di luce propria, il pathos dei volti, l’uso sapiente del colore.
Da questa esperienza sono stati pubblicati due volumi che attraverso immagini e testimonianze restituiscono al pubblico una ricchezza di particolari che fanno di questi quadri un patrimonio da conservare e amare.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/tiepolo-a-verolanuova-libri/
Il Tiepolo scomposto - Virginio Gilberti
A Verolanuova, nella bassa bresciana, sono custoditi, tra altrettante opere d’arte, due capolavori artistici di straordinaria bellezza. Si tratta dei teleri di Giambattista Tiepolo, celebre pittore veneziano del Settecento, conservati nel transetto sinistro della Basilica Romana Minore di San Lorenzo Martire: la “Caduta della manna” e il “Sacrificio di Melchisedech”, opere di soggetto religioso che risalgono al periodo della maturità artistica dell’artista (1741-1748).
Le due imponenti pale (cm 999 x 536) sono state recentemente restaurate con tecniche moderne da due studi, uno bresciano e uno bergamasco (un caso?), con il coordinamento scientifico di Davide Dotti. Negli stessi anni sono state anche fatte numerose ricerche d’archivio che hanno permesso, attraverso il rinvenimento di lettere e documenti, di riscostruire le vicende storiche che ruotano attorno ai due dipinti. E di scoprire anche che, pur essendo state commissionate all’artista veneziano nel 1739 dalla confraternita del Santissimo Sacramento, a mantenere i contatti epistolari con l’artista e a fare quindi da mediatrice fu la nobildonna Elisabetta Grimani, moglie del conte Carlo Alberto Gambara, della nobile famiglia verolese. I teleri, arrotolati su cilindri di legno e conservati in una cassa, giunsero a Verolanuova percorrendo le vie fluviali e da quasi tre secoli vengono ammirati ogni giorni dai Verolesi, spesso ignari di avere sotto i propri occhi due capolavori.
In occasione del restauro e dell’anno della Cultura, a Verolanuova è andato in scena il festival “Tiepolo Scomposto” che da febbraio a giugno 2023 ha animato le vie del paese con iniziative volte a far conoscere i dipinti, l’artista e le atmosfere in cui ha lavorato. Ma l’opera più suggestiva è stata realizzata all’interno della Basilica, con la costruzione di una struttura temporanea alta 9 metri che ha permesso ai numerosi visitatori, che hanno avuto il privilegio di salire, di poter ammirare da vicino la grandiosità delle opere: la cura dei particolari in primo piano, così come a 10 metri, la luminosità che scaturisce naturalmente dall’interno come se brillassero di luce propria, il pathos dei volti, l’uso sapiente del colore.
Da questa esperienza sono stati pubblicati due volumi che attraverso immagini e testimonianze restituiscono al pubblico una ricchezza di particolari che fanno di questi quadri un patrimonio da conservare e amare.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/tiepolo-a-verolanuova-libri/
Il verso delle parole - Gian Luca D'Aguanno
Classe 1984, ama la musica dei Queen, odia giacca e cravatta. È un militare dall’anima di investigatore, insofferente della disciplina e appassionato conoscitore di tutti gli episodi della serie dell’ispettore Derrick. Roberto Spadafora, capitano dei carabinieri, creato dalla penna di Gian Luca D’Aguanno, torna con la sua seconda indagine nel nuovo romanzo “Il verso delle parole “ (Mannarino Editore, 2023).
Se nel corso della sua prima investigazione (“Il terzo vizio”), Spadafora aveva avuto a che fare con un’efferata vicenda dai risvolti legati al terrorismo brigatistico, questa volta Spadafora ha per le mani un insolito caso di apparente suicidio: una gelida mattina del dicembre 2019 una giovane e assai avvenente ragazza sudamericana viene rivenuta cadavere all’interno dell’agenzia di viaggio per cui lavora.
Le indagini dello scrupolosissimo Spadafora porteranno progressivamente alla luce vicende private tenute nascoste, nonché un sistema di affari illeciti che ruotano attorno a un’opera d’arte da tutti creduta perduta.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/il-verso-delle-parole-capitano-spadafora/
Amore siberiano - Lilia Bicec Zanardelli
In uno degli innumerevoli tragici giorni della seconda guerra mondiale, i militari sovietici massacrano migliaia di prigionieri di guerra detenuti nel lager 33, situato nei pressi di Bălți, nel nord della Bessarabia. Vittorio Montini, giovane bresciano originario della Valtrompia, è uno dei pochi sopravvissuti. Creduto morto, riesce a evadere dalla fossa comune in cui è stato gettato e si dà alla fuga. Debilitato e febbricitante, viene soccorso da Maria Salcie, donna tenace e coraggiosa, e da sua figlia Stefania.
Grazie alle cure ricevute, Vittorio si rimette in fretta, ma la via di casa gli è ferocemente interdetta. Gli agenti dell’NKVD, la polizia segreta sovietica, si presentano infatti presto alla porta, arrestando sia lui che le due donne e deportandoli nei gulag siberiani. Sarà l’inizio di un lungo calvario, ma anche di una sorprendente storia di resistenza e di affetti che un domani Vittorio, da reduce e da testimone, lascerà in eredità alla nipote insieme ai crudi ricordi del lager 33, perché le verità del passato non vadano perdute.
Ecco l’intensa e toccante vicenda umana contenuta nel libro “Amore siberiano”, coinvolgente romanzo storico dell’autrice moldava e italiana d’adozione Lilia Bicec Zanardelli. Basato su fatti realmente accaduti, il libro, duro e poetico al contempo, è arricchito da innumerevoli dati e dettagli autentici, fra cui le memorie dei genitori dell’autrice, ex deportati in Siberia. Pubblicato per la prima volta nel 2019 con il titolo “Lager 33”, ritorna nelle librerie nel 2022 grazie alla casa editrice milanese Another Coffee Stories, proponendosi nuovamente come un sentito e importante tributo a tutti coloro che hanno perso la vita a causa delle persecuzioni staliniste, oltre che alle vittime di ogni guerra e di ogni forma di violenza.
La recensione completa la trovate qui: https://www.bresciasilegge.it/lilia-bicec-zanardelli-amore-siberiano/
Chiari, 7 morti in 7 giorni - Amos Cartabia
La Città di Chiari è il perno attorno al quale ruota la trama delle quasi 400 pagine che compongono questo romanzo, scritto dall’autore varesino Amos Cartabia.
L’autore ne descrive non solo le caratteristiche fisiche – le vie, le piazze, i luoghi cari ai cittadini, i parchi e le autostrade che ne cingono il perimetro – ma anche, e forse soprattutto, le caratteristiche umane: malgrado i quasi 20.000 abitanti, i clarensi formano sono parte di una comunità coesa, pronta ad aiutarsi nei momenti di difficoltà, a condividere le proprie gioie e a puntare perlopiù sui propri pregi senza rinnegare gli inevitabili difetti.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/sullo-sfondo-della-microeditoria-il-giallo-di-amos-cartabia/
Miagolii al Capitolium - Laura Virginia Bissoli
C’è grande fermento nella Colonia dei Custodi del Tempo. Giuditta, la Signora della Colonia, sta per fare un annuncio importante: i tempi sono maturi ed è giunto il momento che le rovine, fino ad ora tenute nascoste e protette, vengano alla luce. Stiamo parlando di una circostanza storica decisiva per la città di Brescia: la scoperta del sito archeologico del Tempio Capitolino, avvenuta nel 1823. Ma chi sono questi curiosi ed efficienti custodi delle rovine del passato e perché solo ora hanno deciso di far conoscere al mondo questa ricchezza sepolta per secoli sotto cumuli di terra?
“Miagolii al Capitolium” è un simpatico libro per ragazzi scritto dalla bresciana d’adozione Laura Virginia Bissoli, che coniuga le sue due passioni, i gatti e l’archeologia, al suo bisogno di cercare spiegazioni alle cose. Il libro nasce per caso ma non troppo. Infatti l’autrice ci tiene a far notare che spesso nei siti archeologici c’è nascosto qua e là un gatto. Un caso oppure no? Da questa domanda si dipana la nostra storia.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/miagolii-al-capitolium-i-gatti-brescia/
Il mio nome è Tartaglia - G. Quarzo, A. Vivarelli
Si chiamava Niccolò Fontana e nacque sotto una cattiva stella. Ma grazie a una forza d’animo incrollabile, un’intelligenza fuori dal comune e un innato talento per i calcoli, passò alla storia come un genio della matematica. Si chiamava Niccolò Fontana, ma il mondo lo conosce come Niccolò Tartaglia.
Il piacevole libro pensato per i bambini (età di lettura dai 9 anni) e scritto a quattro mani da Guido Quarzo e Anna Vivarelli (con le belle illustrazioni di Silvia Mauri) per Editoriale Scienza ricostruisce in modo fantasioso, ma partendo da fatti realmente accaduti, la prima giovinezza di un bambino nato a Brescia nel 1499 in una famiglia poverissima e divenuto leggenda.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/il-mio-nome-e-tartaglia-guido-quarzo-anna-vivarelli/
Ministro - Egidio Bonomi
Egidio Bonomi, storica penna del «Giornale di Brescia» e scrittore affermato con all’attivo una trentina di pubblicazioni tra romanzi, saggi e ricerche storiche, con “Ministro” racconta e celebra la figura di Giuseppe, detto appunto Ministro, un uomo vissuto a Lumezzane tra gli anni quaranta e cinquanta, giusto un attimo prima che il boom economico trasformasse la cittadina della Valgobbia nella capitale mondiale delle posate, nel polo industriale più importante e operoso della provincia di Brescia e forse di tutta Italia.
La vicenda, forse proprio perché ambientata in una Lumezzane ancora rurale, sembra appartenere a un passato remoto, privo di una collocazione precisa; la bravura di Bonomi sta proprio nel saper raccontare gli ultimi giorni di un mondo destinato a essere inghiottito dalla prepotente ascesa dell’industria metallurgica e siderurgica. Un racconto fatto di descrizioni nitide, ricchissime di dettagli concreti che le rendono rigogliose e capaci di aprirsi anche in squarci impressionisti.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/ministro-egidio-bonomi/
Aggrappati alle nuvole - Emma Cremaschini
È l’autunno del 1918 e il piccolo Memo si sveglia nel cuore della notte a causa di un incubo: ha sognato che il padre faceva ritorno dalla guerra ma senza i tratti del volto, un particolare inquietante che mette in agitazione la madre e le fa provare quel senso di inquietudine tipico dei presagi. Il brutto sogno diventa purtroppo realtà, quando poche settimane dopo il padre scende da quel treno che lo sta riportando finalmente a casa con lo sguardo vacuo, la posa incurvata in avanti, il viso segnato da esperienze che nessuno può comprendere. Presto tutti si rendono conto che la guerra lo ha cambiato per sempre, distorcendo il suo delicato equilibrio interiore.
Inizia così la storia di “Aggrappati alle nuvole” (LuoghiInteriori, 2023), terzo romanzo della giovanissima scrittrice bresciana Emma Cremaschini, vincitore della XVI edizione del Premio Letterario “Città di Castello”. Un libro ancor più maturo e convincente dei precedenti, perché scava in maniera più profonda nella psiche dei personaggi, in particolare in quella di Vincenzo, eroe bresciano della Prima Guerra Mondiale, tornato psicologicamente devastato da quest’esperienza.
Raccontando come, le conseguenze della guerra, cambino la vita non solo di chi la guerra l’ha vissuta direttamente ma anche di chi gli sta intorno: la sua famiglia che non vedeva l’ora di riabbracciarlo e ora non sa più come avvicinarsi a lui e riconoscere in quella persona il proprio padre, marito e figlio.
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