Classe 1991. Cresciuta in Franciacorta, vive a Brescia, sua città natale. Ha studiato letteratura inglese e tedesca, laureandosi con una tesi sui rapporti fra la cultura tedesca e il nazionalsocialismo. Legge e scrive per vivere. È autrice della silloge di racconti “La memoria della cenere” (Morellini, 2016) e dei romanzi “Figli della Lupa” (Edikit, 2018), “Vento porpora” (Edikit, 2020) e "La fedeltà dell'edera" (Edikit, 2022). Anima rock alla perenne ricerca di storie della resistenza bresciana, si trova maggiormente a suo agio tra le parole dei libri e sui sentieri di montagna.
Vedi tutti i suoi postNo Forum posts yet
Latest reviews
Delitto in La bemolle - Enrico Gandolfini
I libri gialli, i polizieschi o i thriller a cui siamo abituati seguono tutti, più o meno, lo stesso schema: introduzione al fatto, presentazione del personaggio che indagherà, omicidio, indagine e risoluzione del caso finale. Sono ben pochi gli autori che propongono novità in questo genere di letture, al massimo è il punto di vista narrativo che cambia.
Invece, Enrico Gandolfini autore bresciano già noto al grande pubblico per vari romanzi, con “Delitto in La Bemolle” stravolge la concezione classica dei libri gialli.
Il protagonista è Anonimo, non ne conosceremo il nome in nessuna delle 277 pagine, ma è lui che racconta la propria storia. Killer professionista, da anni ha una doppia vita: di giorno, rappresentante farmaceutico che gira l’Italia, di notte assassino silenzioso e inafferrabile.
L’Organizzazione, una misteriosa associazione a delinquere ad alti livelli, gli commissiona omicidi tramite appuntamenti in cui, però, nessuno vedrà la faccia di nessuno, nessuno sentirà la voce di nessuno: tramite artefatti, parrucche, occhialoni scuri e luoghi appartati, il “braccio armato” non conoscerà mai la “mente”.
Ma l’ultimo lavoro richiesto è strano, particolare. Anonimo sente che qualcosa non rientra nei canoni giusti. Perché fino a quel momento non era mai, e sottolinea più volte il mai, capitato che il luogo di lavoro fosse la stessa città in cui lui abita: Brescia.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/enrico-gandolfini-delitto-in-la-bemolle/
Tram extraurbani a Brescia - Mauro Oliva
Una celebre canzone di Enzo Jannacci recita che “l’avvenire è un buco nero in fondo al tram”. Anche oggi, a molti decenni di distanza dall’epoca in cui questo mezzo di trasporto sapeva di progresso e di futuro (anche se i progetti di “ripristino” in chiave moderna che riguardano Brescia potrebbero dare, in un futuro prossimo, una nuova vita a questo mezzo dalla lunga storia), pochi mezzi come il tram restano oggi così nostalgicamente e persistentemente ancorati nell’immaginario collettivo.
Ciò è vero anche per Brescia, provincia che, seppur da anni priva di tram su rotaia, ha una lunga tradizione a riguardo. Come racconta, nel bel volume “Tram extraurbani a Brescia. Dalla Compagnie Générale alla Tranvie Elettriche Bresciane” (2021), il fondatore del Gruppo di Ricerca Storica di San Zeno Naviglio nonché profondo cultore del tema Mauro Oliva.
Dato alle stampe per il Club Fermodellistico Bresciano, Musil e Trenidicarta.it, con la prefazione del prof. Claudio Pedrazzini e la postfazione di Giorgio Morocutti, l’opera prende le mosse da una precedente pubblicazione del 2018 dello stesso autore, dal titolo “Tram della Bassa Bresciana”, dedicata alla linea Brescia-Ostiano e alla sua diramazione Pavone del Mella-Gambara, ampliandolo.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/tram-extraurbani-brescia/
Minime - Gabriele Berardi
Poliedrico artista bresciano classe 1983, Gabriele Berardi ha pubblicato un’interessante raccolta di poesie nel 2018 (dal titolo “Riflessi”) rivelando uno stile asciutto, ricco di sfumature “cantautorali”, che esalta la natura tanto nella sua dimensione tattile e concreta, quanto in quella più spirituale. I testi migliori della sua prima opera sono spesso il riepilogo di una camminata, di una breve escursione in montagna, con la natura che diventa la protagonista, appunto, “riflessa”; quasi il Falso Tu della sua poesia.
“Minime”, pubblicato nel 2022 da Transeuropa, prosegue nel solco tracciato alcuni anni prima, ma lo fa riducendo ulteriormente all’osso il discorso. Il lavoro sul linguaggio e sulla parola diventa ancora più certosino, Gabriele lavora di sottrazione, attribuisce a ogni parola un peso specifico importante e pare non voglia sprecare un singolo concetto.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/minime-gabriele-berardi/
Re: Una breve estate lontano dalla polvere - Tita Prestini
I pitòti, “i pupazzi”, le incisioni rupestri antropomorfe diffuse nella Val Camonica, sono oggi un patrimonio dell’umanità riconosciuto e invidiato da molti. Nel 1942, anno in cui è ambientato il nuovo attesissimo capitolo della serie che ha per protagonista il Commissario Settembrini, questi antichi graffiti incisi nella roccia riscoperti da Gualtiero Laeng nel 1909 erano tuttavia ancora praticamente sconosciuti all’opinione pubblica. Anche i locali che avevano avuto modo di vedere i graffiti su qualche roccia o su qualche masso, li reputavano solo antiche incisioni senza nessuna importanza.
È in questo contesto che si dipana la storia al centro del romanzo “Una breve estate lontana dalla polvere”, edito da Barta (2022), terzo capitolo dell’apprezzata saga di gialli storici nata dalla penna e dal genio del giornalista e scrittore bresciano Tita Prestini. Una nuova avventura, che precede cronologicamente quelle già pubblicate ed ambientate a Iseo e poi a Milano, durante la quale Settembrini opererà in trasferta in Valle Camonica dove sarà chiamato a svolgere un’indagine contornato da quegli strani disegni, insieme a carabinieri, soldati e comuni cittadini ancora scettici riguardo alla loro importanza storica e culturale.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/una-breve-estate-lontano-dalla-polvere-il-commissario-settembrini-in-val-camonica-tra-trame-oscure-e-pitoti/
Guida di Brescia per piccoli turisti - Stefania Scaini, Francesca Russo
Nel 2023 Brescia, insieme a Bergamo, è Capitale Italiana della Cultura, e quale pretesto migliore per conoscerla se non passeggiando per le sue vie, in un viaggio tra passato e presente, tra arte, cultura e gastronomia. E potrebbe anche essere l’occasione per accompagnare i più piccoli alla scoperta dei suoi tesori, delle sue curiosità e dei suoi misteri. Viene quindi in soccorso dei genitori, o di chiunque accompagnerà i piccoli turisti, un libretto di una novantina di pagine che, tracciando un percorso a ritroso, permette di conoscere divertendosi.
“Guida di Brescia per Piccoli Turisti”, edito da Edizioni Arpeggio Libero (2021) e curato da Stefania Scaini (testo) e Francesca Russo (illustrazioni), come dice il nome è una guida della nostra città che attraverso immagini accattivanti, brevi ma complete spiegazioni e intelligenti quiz permette ai bambini e alle bambine dal sesto anno di età di orientarsi tra le vie della Leonessa d’Italia alla ricerca delle tracce del passato. Il libro fa parte di una collana di guide di numerose città italiane.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/guida-di-brescia-per-piccoli-turisti/
Fascisti 70 - Paola Castriota
Silvio Ferrari, giovane bresciano irrequieto che crede nella necessità del conflitto violento. Ermanno Buzzi, istrionico capeggiatore della malavita bresciana, condannato nella prima istruttoria per la strage di piazza Loggia. Giancarlo Esposti, guerriero nero degli ambienti milanesi in simbiosi con il fratello d’elezione Gianni Nardi, che come lui sogna il golpe e il regime militare in Italia. Pierluigi Pagliai, viso d’angelo e anima d’acciaio, delfino del pluriricercato terrorista Stefano Delle Chiaie nella Bolivia del dittatore Garcia Meza Tejada.
Cinque figure, di cui due bresciane per origine e per campo d’azione, accomunate da una morte violenta, ma soprattutto legate tra loro da un filo nerissimo, di piombo e di sangue, che ha la sua radice nel composito e raggelante panorama dell’estremismo e del terrorismo neofascista degli anni settanta. Cinque esistenze al limite che la giornalista bresciana classe ’81 Paola Castriota ricostruisce nel libro “Fascisti 70. Storie di vite estreme”, edito da LiberEdizioni nel 2022 con prefazione di Carlo Simoni.
Un vero e proprio tuffo a capofitto nell’Italia degli anni di piombo e della strategia della tensione, uno sconvolgente viaggio negli ambienti dell’estremismo neofascista tra Brescia, Milano, altre città del centro-nord Italia e l’estero. Unendo scrittura giornalistica e prosa narrativa, il volume offre molteplici spunti di riflessione e ci ricorda che conoscere non è giustificare né mitizzare, ma ricercare la verità in tutte le sue sfaccettature, pure in quelle più sgradevoli e respingenti.
Laureata in giurisprudenza, Paola Castriota ha firmato la regia di “Nero piombo, storia di una strage politica”, un documentario sulla strage di piazza Loggia e sul relativo processo durato oltre quarant’anni. Proprio dall’hard disk frutto del processo, contenente circa un milione di documenti di varia natura e quindi tutto quanto possibile in tema di eversione nera negli anni tra il ’69 e il ’74, ha attinto innumerevoli informazioni per realizzare al meglio un libro di profondo interesse.
La recensione completa la trovate qui: https://www.bresciasilegge.it/fascisti-70-paola-castriota-recensione/
Ma questa è un'altra storia - Eros Fiammetti
Eros Fiammetti è sicuramente un uomo d’altri tempi, uno di quelli che oggi vedresti passeggiare per le vie del centro città in maniera elegante, precisa, gentile. I segni del tempo che passa gli fanno compagnia, gli ricordano momenti lontani, ed i suoi occhi curiosi e sempre in movimento ricercano, tra le vie cittadine, sprazzi di una gioventù mai davvero abbandonata.
In poco meno di 200 pagine, Eros Fiammetti ci racconta la sua vita, le sue passioni, la sua fanciullezza, i suoi amori e le sue disfatte. Lo fa in maniera talmente coinvolgente che sembra di essere a tavola con un amico che conosciamo da tempo, il quale ci sta narrando l’ennesimo aneddoto della sua strabiliante vita vissuta. Edito da Grafo, “Ma questa è un’altra storia” è l’autobiografia di questo fenomenale fotografo bresciano, uno spaccato non solo sulla sua vita d’artista, ma anche, e forse soprattutto, sulla vita di un bresciano orgoglioso di esserlo.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/ma-questa-e-un-altra-storia-eros-fiammetti/
Lea e il pittore - Eleonora Laffranchi
Una bambina curiosa che ama dipingere ma che si sente spesso sola e un uomo anziano ed emarginato che realizza splendidi quadri nella sua casetta al limitare del bosco. Il caso, o la trama sottesa delle cose, li farà incontrare e fra i due nascerà un’amicizia speciale, destinata a sfidare pregiudizi, diffidenza e superficialità.
È la tenera storia raccontata in “Lea e il pittore”, romanzo per l’infanzia dell’autrice edolese Eleonora Laffranchini, illustrato da Chiara Vincenzi e pubblicato dall’editore bresciano Mannarino. Un racconto che parla di legami affettivi, di pittura e di colori, di solitudine e di empatia, del tempo che fugge, di atti di gentilezza e dello splendore di tutte quante le cose che contano e che restano.
La storia è pensata per bambini a partire dai sette anni, ma grazie ai suoi contenuti è perfettamente in grado di affascinare sia i piccoli che gli adulti. Le parole dell’autrice, lievi e appropriate, conducono per mano nel mondo variopinto di una bambina dal cuore grande, suscitando emozioni e riflessioni. Le illustrazioni di Chiara Vincenzi, calde e soffuse, sono pura magia. L’intera edizione è splendidamente curata in termini di impaginazione e di qualità della carta, per un libro che si presenta come una gemma di narrativa tutta da scoprire.
La recensione completa la trovate qui: https://www.bresciasilegge.it/lea-e-il-pittore/
Il battaglione di polizia partigiana - Maurizio Marinelli, Raffaele Piero Galli, Flavio Dalla Libera
Il 27 aprile 1945 esce il primo numero del quotidiano «Il Giornale di Brescia», organo di stampa del Comitato di Liberazione Nazionale (C.L.N.). Finalmente, anche per Brescia, così come per le altre città del nord d’Italia, il regime fascista e l’occupazione nazista fanno ormai parte del passato. Tuttavia, l’immediato dopoguerra non è caratterizzato da sola luce, ma pure da gravi incognite e da pressanti problematiche a cui le istituzioni democratiche, ancora in fase di consolidamento, si ritrovano a dover far fronte.
In un contesto storico tanto cruciale e delicato, svolge un ruolo valido ed essenziale la Polizia Partigiana, così chiamata perché formata da ex combattenti della resistenza. A essa sono affidati alcuni fra i compiti più impellenti: l’ordine pubblico, la tutela della legalità e la salvaguardia della convivenza civile. Anche tra Brescia e provincia, dunque, è proprio la Polizia Partigiana a svolgere un servizio imprescindibile nei confronti delle nuove istituzioni democratiche, mettendosi al servizio dei cittadini in sinergia con le forze alleate angloamericane.
Questa pagina di storia, così poco frequentata se non del tutto trascurata dalla pubblicistica, è ampiamente documentata nel saggio “Il battaglione di Polizia Partigiana. La meglio gioventù bresciana (1945-1946)”, un prezioso volume dato alle stampe nel 2022 dall’Associazione Nazionale della Polizia di Stato e che vanta il contributo di ben tre autori – Maurizio Marinelli, Raffaele Piero Galli e Flavio Dalla Libera. Parliamo di un libro che, nelle sue quasi quattrocento pagine, illustra il tema trattato in maniera approfondita, attenta e rigorosa, riunendo una sorprendente ricchezza di documenti inediti e di rare fotografie storiche.
Il trio di studiosi aggiunge con questo nuovo libro un ulteriore tassello a una serie di testi dedicati all’operato, ai sacrifici e ai valori della polizia bresciana. Nel 2021 è infatti uscito il primo volume, dedicato ai caduti della polizia di Brescia dall’Unità d’Italia ai giorni nostri. In un presente purtroppo in gran parte restio a confrontarsi con il passato, gli autori si fanno ricercatori e tedofori della memoria, donandoci un libro che parla dei valori fondativi della nostra Costituzione e di tutti quegli uomini che, assumendosi il peso e le responsabilità di una divisa, hanno cercato di concretizzarli, anche a costo della vita stessa.
La recensione completa la trovate qui: https://www.bresciasilegge.it/la-polizia-partigiana-di-brescia/
Forme - Marcello Zane
Nel 1984 uno dei più grandi economisti americani, John Kenneth Galbraith, sintetizzò con efficacia le ragioni del successo economico che ha reso l’Italia una delle nazioni più avanzate del mondo: non tanto la presenza di un’amministrazione attenta o di tecnici e manager più preparati che altrove, quanto piuttosto l’esistenza di una forte tradizione artistica che rende il prodotto italiano competitivo sui mercati in virtù, non della sua durabilità o del suo costo, ma della sua valenza estetica, cioè di quel design che, anche oggi, ovunque, è un marchio di riconoscimento e di qualità del Made in Italy.
Con il suo saggio "Forme. L’industria bresciana e il design: una lunga storia", lo studioso bresciano Marcello Zane si pone l’obiettivo di studiare lo sviluppo della cultura del design nello specifico della realtà bresciana, focalizzandosi sull’arco temporale della nascita dell’industria moderna.
Il lavoro, impreziosito da un’introduzione di Alberto Ferlenga, già rettore dello IUAV, affronta in un’ottica diacronica, il complesso intreccio fra arte, società e produzione di beni, per dimostrare che, a dispetto della diffusa convinzione che nella produzione industriale bresciana il design costituisca un fattore secondario, vi sia in realtà nella nostra provincia una storia di studio della componente estetica del prodotto che affonda le radici negli antichi laboratori artigianali di “arti minori” da sempre presenti nel nostro territorio.
Il saggio, di taglio specialistico, si propone come un dettagliatissimo documento, riccamente corredato di immagini, destinato non solo a chi si occupa di design, ma a chiunque desideri approfondire un aspetto centrale della storia di Brescia, per cui essa è da sempre proverbiale: l’operosità e la produttività bresciana, che si è concretizzata nel tempo in un’imprenditoria e in una forza lavoro capaci di raggiungere altissimi livelli di qualità e competitività sui mercati nazionali e internazionali.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/marcello-zane-forme/
Il partigiano Móha - Alberto Panighetti
Il 6 febbraio 1945, a Esine, comune bresciano della Valcamonica, viene ucciso a soli diciannove anni il resistente delle Fiamme Verdi Bortolo Bigatti, nome di battaglia Móha. A sparargli un colpo di pistola in un occhio è stato Werner Maraun, maresciallo tedesco della Wehrmacht a capo delle retate anti-partigiane nella bassa e media valle. Non un’esecuzione come tante altre, bensì una vendetta in piena regola: tutti quanti compongono il grande e commosso corteo funebre dell’assassinato non hanno dubbi al riguardo. Ma chi è stato Móha? Come ha vissuto la sua breve ma intensa esistenza, quali speranze ha accarezzato e difeso e in che modo ha scelto di unirsi, nel ’43, alla resistenza?
“Il partigiano Móha”, romanzo storico dell’autore bresciano Alberto Panighetti, ricostruisce la vita dell’esinese Bortolo Bigatti dall’infanzia negli anni trenta fino alla tragica morte, in costante equilibrio tra realtà fattuale e invenzione letteraria (LiberEdizioni, 2022). Vicende private si annodano alla descrizione di costumi locali e al preciso resoconto di eventi cardine della resistenza camuna, facendo emergere un testo che, tributando la giusta memoria a una singola figura storica, costituisce al contempo un’opera corale in cui la Valcamonica, col suo importante contributo alla lotta di liberazione dal nazifascismo, è a sua volta in tutto per tutto protagonista.
La recensione completa la trovate qui: https://www.bresciasilegge.it/il-partigiano-moha-romanzo-alberto-panighetti/
Le origini del turismo a Ponte di Legno - Mario Berruti
Ponte di Legno, piccolo paese dell’Alta Valle Camonica, è oggi una meta nota a livello nazionale e internazionale per il turismo invernale ed estivo. Il saggio “Le origini del turismo a Ponte di Legno. Dall’osteria di paese ai primi alberghi, dalla pastorizia all’alpinismo e allo sci” (Quaderni della Biblioteca Civica di Ponte di Legno, 2021) di Mario Berruti si pone l’obiettivo di indagare l’origine della vocazione turistica di Ponte di Legno.
Attraverso fonti storiche e archivistiche, il saggio ripercorre l’evoluzione delle attività alberghiere dalignesi a partire dal Cinquecento e dai primi punti di ristoro per i forestieri fino alla ricostruzione del paese nel primo dopoguerra. Berruti sottolinea in particolare il ruolo svolto dalla nascita dell’alpinismo e dalla crescente popolarità dagli sport invernale, due fattori che determinarono, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, la trasformazione di Ponte di Legno da paese vocato alla pastorizia a rinomato centro turistico.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/mario-berruti-le-origini-del-turismo-a-ponte-di-legno/
Longobardi - Delfino Tinelli
Cos’accadeva nella Brescia dell’VIII secolo, durante il regno del re longobardo Desiderio? Chi era la bellissima e magnanima Ansa, una delle più importanti regine del Medioevo, oggi ingiustamente semidimenticata? Qual è l’origine del nome di via del Serpente, una delle più antiche vie della città, che con il rettile in realtà non c’entra proprio nulla? Dove si trovava la corte del duca e perché Brescia, a quel tempo, sulle monete compariva come Brexia anziché Brixia?
Sono solo alcune delle interessanti curiosità a cui il dirigente scolastico e scrittore Delfino Tinelli, parmense per nascita e bresciano d’elezione, risponde nel suo libro per l’infanzia “Longobardi. La regina Ansa, il re Desiderio e la loro famiglia” (Mannarino, 2022). Un libro per bambini e per ragazzi, sì, perché l’amore per la storia va coltivato e instillato nelle menti sin dalla giovane età.
Un nonno racconta la Brescia longobarda del re Desiderio, con semplicità e con passione, ai nipotini Jacopo e Alma. È l’espediente narrativo che consente un viaggio, breve ma incredibilmente denso e coinvolgente, in una città medievale all’avanguardia e dal ruolo tutt’altro che marginale. Desiderio e la sua famiglia, al di là di titoli e di corone, diventano per i lettori dei veri e propri amici, delle persone care di cui si vorrebbe cambiare il triste destino. E mentre leggiamo di loro, a prescindere dalla nostra età, scopriamo aneddoti e sottigliezze, vere chicche storiche trascurate dai libri di scuola e, spesso, persino dalle guide turistiche dedicate a Brescia.
La recensione completa la trovate qui: https://www.bresciasilegge.it/la-brescia-dei-longobardi-e-la-famiglia-di-re-desiderio/
Pintossi Giovanni - di Guerini Osvaldo
Il bresciano Giovanni Pintossi, nativo di Zanano, era un giovane infermiere, soldato e bersagliere di ventott’anni, oltre che la matricola 54823 di una lunga prigionia itinerante conclusasi in un lager di italiani ad Amburgo durante la seconda guerra mondiale. Di questa sua drammatica esperienza, Pintossi ci ha lasciato un intenso diario, riscoperto oggi dopo ottant’anni dagli eventi vissuti e dopo quaranta dalla morte dell’autore.
Scritto tra il 1943 e il 1945, come molti altri diari di guerra e di prigionia, il testo di Pintossi ci riporta in maniera drammatica a momenti incredibilmente difficili di fame e di paura. Osvaldo Guerini, curatore di questa prima edizione stampata nel 2022 con il titolo di “Pintossi Giovanni. Diario di prigionia. Un infermiere valtrumplino nei lager nazisti”, restituisce il contenuto di questo quaderno di piccolo formato, sgualcito dal tempo, dal fango e dalle lacrime. Lo introducono tre preziose prefazioni: di Massimo Ottelli, presidente della Comunità Montana di Valle Trompia, di Luigi Paonessa, assessore alla pubblica istruzione del Comune di Sarezzo e di Armando Signorini, presidente dell’associazione Valtrompia Storica.
Un’operazione di recupero e di valorizzazione di un testo oggi più prezioso che mai, in quanto testimonianza concreta e intima degli orrori della guerra e dell’impatto tremendo che ebbe sulle vite di ciascuno, dai più valorosi ed esposti ai più umili.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/giovanni-pintossi-un-valtrumplino-nei-lager-nazisti/
L'altro labirinto - Ombretta Costanzo
Un viaggio ambientato nel presente alla ricerca delle proprie origini, una storia che trova le sue radici rimosse nella violenza della guerra e soprattutto degli uomini. Il tutto ambientato in una terra ricca di fascino, tradizione e mistero, come la Val Camonica.
“L’altro labirinto” (I libri di Icaro, 2022), dell’autrice bresciana – laureata in materie letterarie con indirizzo antropologico – Ombretta Costanzo, è un romanzo avvincente che racconta la storia di Celestino, giovane cresciuto in Francia, e del suo ritorno in Italia alla ricerca delle proprie origini, spinto dal desiderio di dare un senso alla propria vita e una spiegazione alle allucinazioni che lo perseguitano.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/laltro-labirinto-ombretta-costanzo/