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Il libro delle case
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Bajani, Andrea <1975->

Il libro delle case

Feltrinelli, 2021

Abstract: A quante parti di noi siamo disposti a rinunciare per continuare a essere noi stessi? E soprattutto: dove abbiamo lasciato ciò che non ci siamo portati dietro? Quali case custodiscono in segreto o tengono in ostaggio i pezzi mancanti di noi? Per raccontare la vita di un uomo, l'unica possibilità è setacciare le sue case, cercare gli indizi di quel piccolo inevitabile crimine che è dire "io" sapendo che dietro c'è sempre qualche menzogna. Il libro delle case è la storia di un uomo - "che per convenzione chiameremo Io" -, le amicizie, il matrimonio nel suo riparo e nelle sue ferite, la scoperta del sesso e della poesia, il distacco da una famiglia esperta in autodistruzione, e la liberazione dal mobilio che per vent'anni si è trascinato dietro a ogni trasloco. Le case di Io sono tante. La prima è la Casa del sottosuolo a Roma, è sotto il livello della strada ma vi si sente ogni giorno il cannone che dal Gianicolo spara a salve contro la città. È lì che Io muove i primi passi a fine anni settanta, lì che si spartisce lo spazio con il resto della sua famiglia, lì che si rovesciano, dalla tv, le immagini di Aldo Moro sequestrato, del corpo di Pasolini rinvenuto all'Idroscalo. La storia di Io salta di casa in casa, su e giù per gli anni, tessere ciascuna di un puzzle che si costruisce tra l'ultimo quarto del millennio e il primo degli anni zero: è giovane amante di una donna sposata in una casa di provincia, infante che insegue una tartaruga a quattro zampe; è marito in una casa borghese di Torino, e bohémien in una mansarda parigina; adolescente preso a pugni dal padre in una casa di vacanza, e giovane universitario buttato sopra un materasso; e poi semplicemente un uomo, che si tira dietro la porta di una casa vuota. In questo romanzo costruito come una partita di Cluedo o un poliziesco esistenziale, Andrea Bajani scrive una prosa che si leva in poesia, sa di cielo e di angeli ma anche di terra e bruciato. È un viaggio, Il libro delle case, attraverso i cambiamenti degli ultimi cinquant'anni, nelle sue architetture reali così come in quelle interiori, i luoghi da cui veniamo e quelli in cui stiamo vivendo, le palazzine di periferia degli anni sessanta, lo sparo che cambia il corso della storia, e il bacio rubato dietro una tenda.

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Alice Raffaele
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Io e i verbi al tempo presente non andiamo d'accordo, lo so da decenni, ma in questo caso non sono stati solo questi a rendere la lettura molto faticosa. I nomi dei personaggi sono "Io", "Madre", "Padre", "Sorella", "Nonna", "Moglie", e via dicendo: non sono riuscita a identificarli, un po' impersonali e spesso anche freddi nelle descrizioni delle loro azioni.
Non ho generalmente problemi con diverse linee temporali portate avanti contemporaneamente per sviluppare la storia, ma quelle presenti in questo romanzo erano decisamente troppe per me. Mi sono persa più volte e non ricordo poco di preciso della storia; faccio solo confusione.
Raccontare una persona attraverso le case in cui ha vissuto era un'idea che mi affascinava molto, e alcuni periodi li ho trovati anche poetici, ma purtroppo non sono stata in grado di apprezzare la realizzazione nel suo complesso.

La fredda planimetria di una casa, i suoi mobili e i suoi spazi sono in grado di conservare i ricordi e le sensazioni di chi vi ha trovato un rifugio più o meno stabile. È dentro le quattro mura di case, reali e metaforiche, che si concretizza la vita vera di un uomo, "che per convenzione chiameremo Io".

Entriamo nella Casa dei ricordi di Io e ricostruiamo lentamente la sua storia, a partire da Casa del sottosuolo dove Io muove i primi passi nell'oscurità e impara da Tartaruga a portare la propria casa sempre con sé, "pronto a ritirare la testa dentro al carapace per proteggersi dal mondo esterno". Ma la realtà esterna fa capolino anche dentro al mondo interno della casa, grazie al rettangolo illuminato della televisione su cui scorrono immagini che permettono di ricostruire gli ultimi passi di Poeta e di Prigioniero mossi nelle loro case romane.
Io osserva la lenta disgregazione della propria famiglia in Casa di Parenti e in Casa dello Stato prima di scappare e trovare un temporaneo rifugio in Casa del materasso e Casa sopra i tetti parigini.
Io entra anche in Casa del tumore dove incontra Moglie e Bambina, le prende per mano e le porta in Casa di famiglia, il luogo in cui sembra realmente concretizzarsi la Casa del persempre.

Io ha disseminato pezzetti della propria storia nelle case in cui ha abitato e seguendo il suo percorso non lineare avanti e indietro nel tempo, tra gli anni Settanta e gli anni Venti del Duemila, ricompone il puzzle della propria vita.

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