Delitto in La bemolle - Enrico Gandolfini
I libri gialli, i polizieschi o i thriller a cui siamo abituati seguono tutti, più o meno, lo stesso schema: introduzione al fatto, presentazione del personaggio che indagherà, omicidio, indagine e risoluzione del caso finale. Sono ben pochi gli autori che propongono novità in questo genere di letture, al massimo è il punto di vista narrativo che cambia.
Invece, Enrico Gandolfini autore bresciano già noto al grande pubblico per vari romanzi, con “Delitto in La Bemolle” stravolge la concezione classica dei libri gialli.
Il protagonista è Anonimo, non ne conosceremo il nome in nessuna delle 277 pagine, ma è lui che racconta la propria storia. Killer professionista, da anni ha una doppia vita: di giorno, rappresentante farmaceutico che gira l’Italia, di notte assassino silenzioso e inafferrabile.
L’Organizzazione, una misteriosa associazione a delinquere ad alti livelli, gli commissiona omicidi tramite appuntamenti in cui, però, nessuno vedrà la faccia di nessuno, nessuno sentirà la voce di nessuno: tramite artefatti, parrucche, occhialoni scuri e luoghi appartati, il “braccio armato” non conoscerà mai la “mente”.
Ma l’ultimo lavoro richiesto è strano, particolare. Anonimo sente che qualcosa non rientra nei canoni giusti. Perché fino a quel momento non era mai, e sottolinea più volte il mai, capitato che il luogo di lavoro fosse la stessa città in cui lui abita: Brescia.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/enrico-gandolfini-delitto-in-la-bemolle/