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Il romanzo di Diotima
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Cinque, Gaetano <1946->

Il romanzo di Diotima

Giovane Holden, 2019

Abstract: Nelle pieghe della storia antica esiste un esiguo numero di figure tanto suggestive da essere idealmente ascritte non a una dimensione del tutto umana, ma a un contorno sfuggente che sta sul limite che separa dei e mortali, cronaca storica e letteratura filosofica. Diotima, la splendida sacerdotessa di Afrodite evocata da Platone nel suo Simposio, fa parte di queste. Dalla natia polis di Mantinea, la giovane Diotima parte nel suo viaggio di iniziazione ai misteri della mantica. Intraprende un cammino tanto terreno quanto simbolico, di psicologia e di metafisica. Diotima, giunta nell'Atene periclea, desidera soprattutto trasmettere la propria concezione filosofica, fondata sulla supremazia di Eros, demone inesauribile della ricerca del piacere, della bellezza e della conoscenza, filosofo ineguagliabile: attraverso i suoi insegnamenti l'individuo può trovare la via per annullare la distanza tra uomo e divinità, giungendo alla piena coscienza di sé e quindi alla libertà. Fragile di voluttà e ardente di umanità, Diotima è una magnifica icona femminile di indipendenza e di insopprimibile aspirazione al vero. La sublime Saffo, poetessa di grandezza immortale, le fa spiritualmente da guida mentre ella partecipa, con il suo punto di vista rivoluzionario, a grandi eventi decisivi di tutta la cultura occidentale.

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Gaetano Cinque
15 posts

Nella lettura del "Convivio" di Platone mi ha particolarmente affascinato la figura di Diotima. Affidare ad una donna il tema dell’eros, quale esperta e convinta maestra in cose d’amore, l’ho giudicata sul piano letterario una scelta rivoluzionaria da parte del filosofo greco. Sicuramente non facile, visto che all’inizio del dialogo viene allontanata la suonatrice di flauto, da poco entrata, quando Erissimaco propone che tutti i convitati facciano a turno un elogio di Eros, in occasione della cena di festeggiamento del successo di Agatone, ottenuto con la rappresentazione di una sua tragedia (nel 416 a. C.).
La donna greca vive di fatto separata dal mondo maschile, non può prendere parte alle cose dei maschi, come la speculazione filosofica o la politica. Quindi la suonatrice di flauto vada a suonare il flauto per conto suo, o per le donne di casa, se vuole. E i maschi del convivio passino insieme il tempo discorrendo.
Il tema dell’amore appartiene ai maschi, le donne sono solo succube dell’eros maschile. E invece Platone, quando si tratta di tirare la somma delle cose dette su Eros, di fare, come si suol dire, sintesi, cosa fa? Affida, attraverso la testimonianza di Socrate, l’autorità della verità ad una donna: a Diotima.
Certo solo la condizione di sacerdotessa e di esperta di divinazione faceva acquisire ad una donna greca potere e rilevanza sociale, ma in campo filosofico ancora non c’era stata questa rottura con la tradizione maschilista. E Diotima appare veramente un’eroina della sapienza filosofica. Volutamente viene ricordata nella sua funzione sacerdotale, quando riuscì ad allontanare momentaneamente la peste da Atene, ma poi la sua figura acquista una rilevanza tale che ha un impatto emotivo forte su un Socrate impacciato nelle cose d’amore.
Si è parlato di una tecnica letteraria di Platone basata sulle maschere che devono permettere al filosofo di esprimersi e dire la sua verità speculativa. Ma la scelta tecnica in letteratura non è mai casuale.
Allora pur nella finzione letteraria mi è piaciuto avventurarmi nell’indagine del profilo di questa donna straordinaria. L’ho voluta vedere immersa nella cultura e nella politica del tempo. Ho approfondito le altre donne del periodo. Alcune contemporanee come Aspasia, altre di epoca precedente a quella in cui poteva aver vissuto Diotima.
Poi mi sono detto che forse in tutta la storia letteraria mai si è data questa possibilità per giocare un percorso frammisto di immaginazione e di storia.
Allora mi sono costruito una trama che doveva recuperare altri personaggi femminili quale Saffo e Aspasia stessa. Anche se alcuni ritengono che forse il personaggio di Diotima da parte di Platone derivasse da un’identificazione con Aspasia stessa, ho preferito muovermi delineando figure autonome fornite di un proprio carattere, mentre Diotima assume il ruolo di donna straordinaria e innovatrice.
Rivoluzionaria in un’epoca che effettivamente è stata eclatante per i grandi mutamenti di sviluppo culturale, artistico e civile.
E così è iniziata la mia opera di immaginazione letteraria, ma ad ogni passaggio narrativo importante mi sono misurato con i dati storici in un confronto serrato.
Ho evitato di farmi inghiottire dalle preoccupazioni cronologiche.
Ho preferito la coerenza dei rapporti e l’esplosione dei temi più scottanti del periodo storico esaminato, che comunque alla fine del romanzo ho documentato con un’approfondita cronologia.
Così è nato “Il romanzo di Diotima”, uno spazio libero nella tradizione letteraria e un grande spunto offerto da Platone col suo Convivio.
La letteratura è una grande opportunità che bisogna saper cogliere e Diotima è stata per me la più bella avventura attorno ai temi che mi stanno a cuore: l’eros sorprendente e divino, la speculazione filosofica e la paideia, la lotta all’ingiustizia, all’ignoranza, alla superstizione, l’amore per la bellezza, la gioia della vita, il pacifismo.
Diotima è veramente un abbaglio di verità in un mondo ottuso e lugubre, violento e bigotto.

Gaetano Cinque
15 posts

IL ROMANZO DI DIOTIMA

RECENSIONE DI CARLA ROSCO*

Ormai si sa: la scrittura di Gaetano Cinque è un fiume in piena e, se ci entri, fai fatica ad uscirne. Se poi è il discorso sull’eros il cuore pulsante del romanzo, dal fiume si esce solo alla foce.
Confesso però che quando vengono ricostruite vite che appartengono alla storia – ed anche al mito – all’inizio sono disturbata dal non poter sapere cosa è documentato e cosa no, poi come per “Il romanzo di Diotima” mi lascio prendere dal fluire delle parole e del racconto. In questo caso anche dal rilievo che viene dato a Aspasia e Diotima, due donne consapevoli e battagliere, la cui esistenza è sospesa tra storia e letteratura filosofica.
Cinque immagina che sia Diotima a scrivere a Lesbo la sua autobiografia: “Per me la vita è letteratura: non sarò del tutto fedele a come realmente ho vissuto … Saffo sarà la mia guida per questo viaggio fantastico e immaginativo”.
Fra le due donne c’è molta attrazione, ma anche un confronto serrato sui grandi temi che nella Grecia di Pericle sono dibattuti da politici e filosofi; non sempre sono d’accordo fra di loro: Aspasia sta con Pericle e come lui pensa che ci siano guerre necessarie, la sacerdotessa e profetessa Diotima ritiene che “Eros disegna il nuovo futuro dei popoli, non Marte. Eros vuol dire sapere, cultura e scienza”. E ancora: “Non ammazzare i tuoi simili e gli altri animali. Rispetta la vita”.

Il libro ci offre un’ampia panoramica sugli scambi intellettuali tra Aspasia, Diotima, Pericle, Socrate, Anassagora, e altri che di volta in volta si trovano ad intervenire, nel tentativo di capire cosa è meglio fare perché la democrazia ateniese possa consolidarsi ed essere un faro nel presente e nel futuro.
Diotima è profondamente erotica e pacifista e a lei così si rivolge Socrate: “Ti posso assicurare, Diotima, che la nonviolenza sarà per sempre il mio credo esistenziale. Il mio caposaldo filosofico è l’esercizio della tolleranza, basata sul non arrecare mai danni agli altri. Tu mi conforti in questa mia convinzione, e penso che la tua ricerca sul vero eros consista in questa dimensione di pacifica convivenza”.

Dopo anni di vita intensa, ricca di eventi e di persone, la situazione ad Atene degenera, e il romanzo si chiude con la morte di Socrate e l’esilio volontario di Diotima a Lesbo.

*Giornalista e poetessa

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