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Essere una macchina
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O'Connell, Mark <1979->

Essere una macchina

Adelphi, 2018

Resumen: Tutto quanto O'Connell racconta sembra frutto di una fantasia vagamente allucinata. Solo che non lo è. I cilindri d'acciaio nel capannone criogenico vicino all'aeroporto di Phoenix contengono davvero i primi corpi umani in attesa di risvegliarsi in un futuro simile all'eternità. Ray Kurzweil, uno dei cervelli di Google, inghiotte davvero 150 pillole al giorno, convinto di vivere a tempo indeterminato. Elon Musk o Steve Wozniak sono serissimi quando dichiarano che di qui a poco la nostra mente potrà essere caricata su un computer, e da lì assumere una quantità di altre forme, non necessariamente organiche. Sì, il viaggio di O'Connell fra i transumanisti - fra coloro che sostengono che, nella Singolarità in cui stiamo entrando, i nostri concetti di vita, di morte, di essere umano andranno ripensati dalle fondamenta - porta molto più lontano di quanto a volte vorremmo. Regala sequenze indimenticabili, come la visita alla setta di biohacker che tentano di trasformarsi in cyborg. E apre uno dei primi, veri squarci sulla destinazione di una parte degli immani proventi accumulati nella Silicon Valley. "Che possibilità reali abbiamo di vivere mille anni?" chiede a un certo punto O'Connell a un guru del movimento, Aubrey de Grey. «Qualcosa più del cinquanta per cento» si sente rispondere. «Molto dipenderà dal livello dei finanziamenti».

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Clara Toninelli
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Cosa fa sì che un essere umano sia tale?

*Essere una macchina* è un reportage strano e affascinante sul mondo del "transumanesimo", cioè quel movimento che ritiene possibile e desiderabile l'affrancamento dell'uomo dalla sua condizione biologica, per raggiungere l'immortalità, tramite la tecnologia.
Crionica (conservazione del corpo tramite congelamento), biohacking (impianto sottopelle di congegni elettronici vari), biochimica gerontologica (finalizzata a sconfiggere per sempre l'invecchiamento) non sono fantascienza, ma settori già del nostro presente in cui da tempo si stanno investendo milioni e milioni di dollari.

Il saggio è ben scritto, scorrevole e assolutamente comprensibile. Il suo oscillare garbatamente e con molta autoironia fra scetticismo e rispetto per questi utopisti, cyborg e hacker, convinti di "risolvere il modesto problema della morte", è un punto di forza.

#RBBReadingChallenge2019 - 21: un saggio di attualità

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