Il gioco dell'anima - Javier Castillo
Come i libri di Joël Dicker, anche Castillo scrive un opera avvincente, da leggere tutto di un fiato.. fantastico!
Come i libri di Joël Dicker, anche Castillo scrive un opera avvincente, da leggere tutto di un fiato.. fantastico!
Bello! Lo consiglio! Attuale nell'affrontare la vergogna della perdita del lavoro, profondo nell'indagare il senso del tempo e delle relazioni del quotidiano, che rivleano le banalità e superficialità.
Mi è piaciuto che non fosse una storia retorica: 'basta prendersi tempo per capire chi si è e cambiare in meglio'. Non c'è questo messaggio, nè questo sviluppo della trama. Bene!
Cè una finestra di curiosità sulle storie di altre persone, altre donne.
Ho apprezzato il visitare il potere narrativo delle chat e il tema del cibo e delle guerre dimenticate anche quando erano contemporanee ad una fase della nostra vita.
E' un libro scritto con maestria sugli impatti, sulla casa e sull'abitare, sulla gentrificazione e sul femminile in tante varianti, sempre notevoli.
C'è una Milano interessante da leggere qui.
Non perdetevelo! Leggerò senz'altro altro di Caterina Perali. Ero quasi tentata di comprarne una copia al Salone del Libro SalTo 2023, ma w la Biblioteca civica!
Silvio Ferrari, giovane bresciano irrequieto che crede nella necessità del conflitto violento. Ermanno Buzzi, istrionico capeggiatore della malavita bresciana, condannato nella prima istruttoria per la strage di piazza Loggia. Giancarlo Esposti, guerriero nero degli ambienti milanesi in simbiosi con il fratello d’elezione Gianni Nardi, che come lui sogna il golpe e il regime militare in Italia. Pierluigi Pagliai, viso d’angelo e anima d’acciaio, delfino del pluriricercato terrorista Stefano Delle Chiaie nella Bolivia del dittatore Garcia Meza Tejada.
Cinque figure, di cui due bresciane per origine e per campo d’azione, accomunate da una morte violenta, ma soprattutto legate tra loro da un filo nerissimo, di piombo e di sangue, che ha la sua radice nel composito e raggelante panorama dell’estremismo e del terrorismo neofascista degli anni settanta. Cinque esistenze al limite che la giornalista bresciana classe ’81 Paola Castriota ricostruisce nel libro “Fascisti 70. Storie di vite estreme”, edito da LiberEdizioni nel 2022 con prefazione di Carlo Simoni.
Un vero e proprio tuffo a capofitto nell’Italia degli anni di piombo e della strategia della tensione, uno sconvolgente viaggio negli ambienti dell’estremismo neofascista tra Brescia, Milano, altre città del centro-nord Italia e l’estero. Unendo scrittura giornalistica e prosa narrativa, il volume offre molteplici spunti di riflessione e ci ricorda che conoscere non è giustificare né mitizzare, ma ricercare la verità in tutte le sue sfaccettature, pure in quelle più sgradevoli e respingenti.
Laureata in giurisprudenza, Paola Castriota ha firmato la regia di “Nero piombo, storia di una strage politica”, un documentario sulla strage di piazza Loggia e sul relativo processo durato oltre quarant’anni. Proprio dall’hard disk frutto del processo, contenente circa un milione di documenti di varia natura e quindi tutto quanto possibile in tema di eversione nera negli anni tra il ’69 e il ’74, ha attinto innumerevoli informazioni per realizzare al meglio un libro di profondo interesse.
La recensione completa la trovate qui: https://www.bresciasilegge.it/fascisti-70-paola-castriota-recensione/
Questo romanzo mi ha trasmesso una svariata e caleidoscopica varietà di emozioni. Tutti i tropi del genere vengono devastati per dare alla storia e ai personaggi profondità, sfumature e tanto cuore.
Eros Fiammetti è sicuramente un uomo d’altri tempi, uno di quelli che oggi vedresti passeggiare per le vie del centro città in maniera elegante, precisa, gentile. I segni del tempo che passa gli fanno compagnia, gli ricordano momenti lontani, ed i suoi occhi curiosi e sempre in movimento ricercano, tra le vie cittadine, sprazzi di una gioventù mai davvero abbandonata.
In poco meno di 200 pagine, Eros Fiammetti ci racconta la sua vita, le sue passioni, la sua fanciullezza, i suoi amori e le sue disfatte. Lo fa in maniera talmente coinvolgente che sembra di essere a tavola con un amico che conosciamo da tempo, il quale ci sta narrando l’ennesimo aneddoto della sua strabiliante vita vissuta. Edito da Grafo, “Ma questa è un’altra storia” è l’autobiografia di questo fenomenale fotografo bresciano, uno spaccato non solo sulla sua vita d’artista, ma anche, e forse soprattutto, sulla vita di un bresciano orgoglioso di esserlo.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/ma-questa-e-un-altra-storia-eros-fiammetti/
Eh niente, io e le guide, galattiche per autostoppisti o per aspiranti suicidi che siano, non andiamo d'accordo.
Sarà per questo che mi perdo sempre?
Regalo quanto mai gradito.
Condiviso in una lettura ad alta voce con alcuni amici.
Perché condividere il bello lo rende migliore.
Ciao nonna, ciao figlia <3
Conoscevo poco o nulla di Joyce Lussu, partigiana e scrittrice italiana del Novecento, colei che si interessava della politica “di base e dal basso, pratica, concreta, effettiva. La più difficile. Meno visibile, meno prestigiosa, e, aggiungiamo, non remunerata”. La politica più autentica, probabilmente.
Determinata, anticonformista, riflessiva ma pronta ad agire, e a trovare nella scrittura e nella traduzione “un mestiere insolito”, complementare a quello di suo marito, Emilio Lussu, anch'egli scrittore, militare e politico.
Da Joyce “si irradiano dei campi di energia e di attività, che hanno poi documentazione e testimonianza nella scrittura: la questione femminile, il diverso approccio alla storia, la ricerca di modelli alternativi di sviluppo, la memoria personale e familiare, l'antifascismo e le lotte di liberazione, l'ecologismo, l'antimilitarismo, la poesia come momento 'naturale' della vita di ognuno”, ha scritto Gigliola Sulis su di lei. Immortale come una sua poesia, “non potrà sparire dal mondo / anche dopo il gran tuffo nell'aldilà / continuerà a svolazzarvi attorno / travestita da lucciola o da farfalla”, con “la testa piena di grandi parole come: / dovere, lavoro, ideali, giustizia e libertà”.
Il voto medio della recensione è perché lo stile di scrittura e il ritmo della narrazione della biografia non mi hanno coinvolto molto. Però ringrazio molto l'autrice per aver raccontato la vita e la personalità di questa persona straordinaria.
Ironico.
Brillante.
Romantico.
Un emenies to lovers tra i banchi di scuola ma da una prospettiva diversa....
Leggere questo libro è stato come riascoltare la voce di mia nonna quando mi raccontava la sua vita in campagna. Che bel patrimonio di ricordi!
Una bambina curiosa che ama dipingere ma che si sente spesso sola e un uomo anziano ed emarginato che realizza splendidi quadri nella sua casetta al limitare del bosco. Il caso, o la trama sottesa delle cose, li farà incontrare e fra i due nascerà un’amicizia speciale, destinata a sfidare pregiudizi, diffidenza e superficialità.
È la tenera storia raccontata in “Lea e il pittore”, romanzo per l’infanzia dell’autrice edolese Eleonora Laffranchini, illustrato da Chiara Vincenzi e pubblicato dall’editore bresciano Mannarino. Un racconto che parla di legami affettivi, di pittura e di colori, di solitudine e di empatia, del tempo che fugge, di atti di gentilezza e dello splendore di tutte quante le cose che contano e che restano.
La storia è pensata per bambini a partire dai sette anni, ma grazie ai suoi contenuti è perfettamente in grado di affascinare sia i piccoli che gli adulti. Le parole dell’autrice, lievi e appropriate, conducono per mano nel mondo variopinto di una bambina dal cuore grande, suscitando emozioni e riflessioni. Le illustrazioni di Chiara Vincenzi, calde e soffuse, sono pura magia. L’intera edizione è splendidamente curata in termini di impaginazione e di qualità della carta, per un libro che si presenta come una gemma di narrativa tutta da scoprire.
La recensione completa la trovate qui: https://www.bresciasilegge.it/lea-e-il-pittore/
Cinque racconti finemente cesellati con l'ironia che caratterizza Robecchi. Buona lettura!
Un’opera uscita a partire dal 1985 che ha anticipato il fenomeno dei manga incentrati sulle band musicali. To-y si è rivelata una lettura elegante nel tratto, con quella leggera patinatura vintage, molto godibile e che lascia la curiosità di leggerne ancora.
La storia di Asia coinvolge dalla prima all’ultima pagina.
Il suo “strano invito” è il drammatico tentativo di riscattare il proprio destino a cominciare dalle tormentate vicende della numerosa famiglia, ridisegnandone la trama con l’ausilio di uno scenario insolito e ammaliante: l’isola di Loreto, sul lago d’Iseo. C’è introspezione e pathos, accenti noir e piacevolissimi colpi di scena.
Un libro scritto e strutturato molto bene, che intriga e fa riflettere al tempo stesso. Consigliatissimo!
Saga familiare resa ancor più piacevole dalla familiarità del luogo