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Shantaram
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Roberts, Gregory David <1952->

Shantaram

Vicenza : Pozza, copyr. 2005

نبذة مختصرة: Il bus della scalcagnata Veterans' Bus Service è appena arrivato al capolinea di Colaba, la zona di Bombay dove si concentrano gli alberghi a buon mercato. Greg è il primo a mettere piede sul predellino e a farsi largo tra la folla di faccendieri, venditori di droga e trafficanti d'ogni genere in attesa davanti alla portiera. Ha una chitarra a tracolla, un passaporto falso in tasca e un turbinio di pensieri ed emozioni in testa. Nel tragitto dall'aeroporto a Colaba ha pensato di essere sbarcato in una città dopo una catastrofe. Davanti ai suoi occhi si è spalancata una distesa sterminata di miserabili rifugi fatti di stracci, fogli di plastica e carta, stuoie e stecchi di bambù. Greg è un uomo in fuga. Era un giovane studioso di filosofia e un brillante attivista politico all'università di Melbourne, è diventato un rivoluzionario che ha soffocato i propri ideali nell'eroina, un filosofo che ha smarrito l'integrità nel crimine, uno dei most wanted men australiani, condannato a 19 anni di carcere per rapina a mano armata, catturato e scappato dal carcere di massima sicurezza di Pentridge. A Bombay, Grag diventerà uno Shantaram, un uomo della pace di Dio, allestirà un ospedale per i mendicanti e gli indigenti, reciterà nei film di Bollywood, stringerà relazioni pericolose con la mafia indiana. Da Bombay partirà per due guerre, in Afghanistan e in Pakistan, tra le fila dei combattenti islamici...

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L'unica realtà è quella relativa. O assoluta per ogni punto di vista..

Una vera biografia.

Ho letto Shantaram tre anni fa. Ho un ricordo niente male di quella storia. Roberts, il protagonista, era un cocktail di stati d’animo.
Ex rapinatore, ex detenuto in fuga, ex tossico svolge nella vicenda un ruolo poliedrico.
Un po’ Madre Teresa, un po’ Papillon e un po’ Garibaldi. Pure lui riesce ad essere uno e trino. Non è quello che si suol definire uno stinco di santo, però all’interno del romanzo, spesso crudo e diseducativo vi sono molti spunti di riflessione e di umana poesia.
Ho apprezzato il commento di Giovanna Gorlani. Perciò tra i vari epiteti di Roberts, oltre a Madre Teresa, Papillon e Garibaldi, possiamo aggiungervi anche quello di Dalai Lama.

Per prima cosa viene voglia di comprare un biglietto aereo destinazione Bombay. Ed è una sensazione che rimane per mesi...
Vi è mai capitato di aprire un libro, leggerne le prime cinquanta pagine e avere l’impressione di aver spalancato una finestra? Era tanto che non mi capitava di assaporare un’aria nuova, un romanzo avvincente e quasi non ne ricordavo l’esistenza. Questo romanzo di una vita riesce a dare questa piacevole sensazione. Pesa tenere in mano le oltre mille pagine, ma sono tutte leggere e per nulla torrenziale o autoreferenziale; è quasi un romanzo “epico”, australiano o indiano?, che racconta errori e orrori fatti e osservati da un piccolo fuggiasco ricercato, medico improvvisato per poveri e indigenti in un faticente slum.... ma non sveliamo troppo...

Ho letto questo libro quasi per caso, non ne avevo mai sentito parlare ed è stata una sorpresa da 5 stelle. Mi sono trovato a portarlo con me quasi ovunque per poter approfittare di ogni momento libero. Inutile quindi dire che sono stato conquistato praticamente da tutto: un'immersione totale nell'ambiente di Bombay, nella sua strordinaria vitalità e nelle sue contraddizioni, guidati da un protagonista che si cerca, da varie umanità che lo accolgono e lo combattono e da vicende e immagini che rimandano una realtà, che seppur nella sua distanza, senti che ti appartiene. O alla quale vorresti appartenere! Bellissimo!!! Fortunatamente c'è un seguito...

Davide Vezzola
29 posts

Un capolavoro.. da leggere tutto di un fiato. Bellissimo

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