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Piemme, 2014
Abstract: New York. I taxi girano ancora, ma senza meta. Le persone vivono ancora le loro vite, ma sanno che è tutto finito. Perché dopo i fatti di Times Square, la città è diventata un'altra cosa. Qualcosa di vuoto, e di invivibile. In quel vuoto, qualcuno resiste. Come Spademan. Si fa chiamare così, ma non è il suo vero nome. Di professione faceva lo spazzino, ma adesso spazza via un tipo diverso di immondizia. Adesso, uccide. Senza fare domande e senza dare risposte. Per soldi, niente di personale. D'altra parte, è quella l'unica cosa che conta ancora: perché se sei ricco puoi lasciare l'inferno di Manhattan e rifugiarti nella limnosfera, un paradiso in terra del tutto virtuale. Eppure, quando gli viene chiesto di uccidere la figlia di un ricco predicatore, Spademan si troverà per la prima volta di fronte a un dilemma che non aveva messo in conto. E scoprirà che forse, nel mondo imbarbarito dov'è costretto a vivere, ci sono altre cose che contano ancora.
4 dicembre 2016 alle 13:31
Narrato in prima persona, senza punteggiatura a distinguere i dialoghi dal resto, si legge velocemente grazie ad uno stile pulito e conciso. L'ambientazione, che emerge man mano è ben presentata, rende molto l'idea della città abbandonata e degradata che fa da riflesso alla cupa apatia in cui è caduto il protagonista, anch'egli interessante e piacevole grazie a un velo di ironia cinica e un buon background che lo definisce nella sua caduta verso il basso. Nonostante ciò non mi ha del tutto convinto, si mantiene sempre ad un livello superficiale, poco coinvolgente. Leggibile.
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